0 members
0 Anonymous Members
- Groups' legend
- Top Members
Most users ever online was 892 on 23/5/2021, 08:09
Federer batte Berdych col recupero di dritto che fa impazzire il pubblico
Ancora superbo Roger Federer agli Australian Open in corso a Melbourne. Lo svizzero raggiunge la semifinale del torneo battendo il ceco Tomas Berdych 76 63 64 in una partita che ha visto il pubblico spellarsi le mani per un gran recupero di dritto dello stesso Federer.
Bianconeri sconfitti a Londra 2-0: tra otto giorni c’è la Supercoppa
CHI BEN COMINCIA ... E QUEL CHE SEGUE
A una settimana dalla Supercoppa di Roma, contro la Lazio, la Juve è ancora in fase di collaudo, soprattutto per condizione fisica e affiatamento. Tra i nuovi abbinamenti, e in fase difensiva, anche di più. Come testimonia l’azione del primo gol del Tottenham, molto british: invito profondo di Sissoko per Trippier, il migliore finché non s’è rotto, cross in area e colpo di testa, di corsa e di forza, di Harry Kane (10’). Bravi gli Spurs, che vinceranno 2-0, ma fase difensiva bianconera molto, molto rivedibile: Mandzukic ed Alex Sandro missing in action e accoppiamenti dentro l’area estratti come fosse una lotteria. Khedira su Kane, tanto per dire. Vista con gli occhi di Allegri, la Juve ha avuto il peccato (mortale) di una pessima gestione del pallone in uscita, con pasticci assortiti: di Pjanic, con retropassaggio suicida, e Alex Sandro. Ci si è messo anche Douglas Costa, con apertura in orizzontale quando proprio non si poteva (e contropiede Spurs), anche se fin lì dal brasiliano erano nate le giocate meno banali, e pericolose: una magia per Dybala, in mezzo a tre difensori, e un cross sventato da un capello di Trippier. Per iniziative, bene, ma dietro l’ex Bayern deve ancora capire dove si trova. Tra i malintesi, e il possesso di palla del Tottenham, la Juve ha pure sprecato un paio di contropiedi, mentre Lloris salvava su Higuain (22’). Però, dall’altra parte, Sissoko centrava un clamoroso palo, con fantastico tiro a giro. Insomma, più Tottenham che Juve.
TRAVERSE DI KEAN E CUADRADO
Dopo l’intervallo, Allegri cambia uomini e rivolta le corsie: fuori Mandzukic, imballatissimo, e dentro Cuadrado, con Douglas Costa dirottato a sinistra. Non andrà molto meglio. Juve ancora male in uscita, e rete di Eriksen, bucando la linea difensiva e l’uscita di Buffon (7’). Tre minuti dopo, traversa di Kane, dopo slalom inquietante (per la difesa), con autoscontro Rugani-Chiellini. C’è anche Dybala, con il mancino a giro, ma ci sono pure le dita di Lloris. Con il ritmo ormai lentissimo, e la partita stravolta dai cambi, la Juve ci prova: Kean ha la palla giustissima (da Dybala), ma spara sulla traversa, solissimo, davanti al bersaglio. Traversa anche di Cuadrado, ma su bella deviazione di Lloris. Un anno fa, sempre qui a Londra, ma allo stadio Olimpico, la Juve batteva 3-2 il West Ham, con pari imballo fisico ma ben altra personalità. Detto che il Tottenham è ben altro avversario, da Champions, e che inizierà la Premier tra una settimana, questa Juve appare in lieve rita...
26 LUG - Impresa di Federica Pellegrini ai Mondiali di nuoto in corso a Budapest: l'olimpionica ha vinto l'oro nei 200 stile libero con una spettacolare rimonta nell'ultima vasca. L'azzurra si è imposta con il tempo di 1'54"73, precedendo la campionessa olimpica in carica, l'americana Katie Ledecky, che ha chiuso in 1'55"18 a pari merito con l'australiana Emma McKeon.
"Non so che cosa sia successo, devo ancora rendermene conto - ha detto la fuoriclasse veneta a Rai Sport - Non pensavo fosse possibile, ma ho fatto una gara giusta. Non so dove ho trovato questa energia, ma adesso posso dire di essere in pace. Volevo una medaglia importante dopo quello che è successo l'anno scorso, ma non pensavo all'oro. Questi sono i miei ultimi 200 stile, continuerò a nuotare seguendo un altro percorso".
"Sono senza parole - ha commentato Giovanni Malagò, presidente del Coni, poco prima di premiare lui stesso la Pellegrini - È un'emozione infinita: come il primo giorno, forse di più. È la più grande atleta che abbia mai visto".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Sul primo Ottomila scalato dall’uomo, Nives Meroi e Romano Benet, coniugi anche nell’alpinismo, concludono la loro personale rincorsa a tutti i giganti della Terra. Alle 9 si sono abbracciati in vetta all’Annapurna (8.091 metri). Hanno seguito proprio la linea della prima scalata, quella del 1950 dei francesi Maurice Herzog e Louis Lachenal. Da molti anni nessun alpinista aveva più scelto quell’itinerario, giudicato faticoso, ma la neve ha costretto Nives e Romano alla variante. Hanno deciso insieme con i loro compagni di salita, i forti spagnoli Alberto Zerain e Jonatan Garcia. «Avevamo la neve al torace. Che fatica». Non può dire di più Romano: la sua voce è ridotta a un filo. Spossato. Ora sono a 7.200 metri, da dove erano partiti per l’ultimo balzo verso la cima. «Roba d’altri tempi», dice lo spagnolo Alberto Zerain. E Nives è la gioia in persona, anche l’orgoglio. Finalmente sa ciò di cui è capace. «Sì, ne parlerò, ma ora non ho voce. E in questa vetta il valore di quanto abbiamo fatto in questi anni, Romano ed io. Adesso lo dico, è il punto più alto del nostro andare sui monti, del nostro alpinismo, di ciò che sentiamo e in cui crediamo».
Nives aveva abbandonato ogni ambizione per amore di Romano. Era in corsa per essere la prima donna a raggiungere tutte le vette sopra gli Ottomila metri, ma ha rinunciato. «No, non è una rinuncia – spiegava – è un a scelta. O con Romano, o niente». Era successo sulla terza montagna del pianeta, il Kangchenjunga. Proprio a 7000 metri Romano non ce la faceva più: lui che non conosceva fatica non aveva più fiato. «Vai su tu», aveva detto a Nives. Ma in quel gigantesco pianoro glaciale a oltre un chilometro e mezzo dalla cima, Nives gli ha risposto: «Romano, scendiamo insieme».
Due anni dopo un trpianto di midollo erano in vetta a quella montagna, di nuovo insieme. E dissero: «Siamo in tre, con noi c’è anche quel giovane donatore che mi ha concesso questa seconda vita», aveva detto Romano. E ora i due sposi d’amore e d’alpinismo possono tornare a Tarvisio, nella loro casa, con quel record che pochi potranno pensare di eguagliare. I primi coniugi al mondo a pestare la cima di tutti gli Ottomila. Ora pensano a recuperare le forze in quella tendina a cupola. Ci metteranno due giorni a tornare al campo base perché c’è tanta neve fresca. Non hanno fretta, sanno che le valanghe sono il pericolo di questa montagna.
La Juventus si e' qualificata per la finale di Champions League. Per i bianconeri e' la seconda finale in tre anni. Affronteranno a Cardiff il 3 giugno la vincente di Real Madrid-
Juventus-Monaco 2-1
La Juventus si e' qualificata per la finale di Champions League. Per i bianconeri e' la seconda finale in tre anni. Affronteranno a Cardiff il 3 giugno la vincente di Real Madrid-Atletico Madrid.
69': Juventus-Monaco 2-1, Mbappe' raccoglie il cross dalla sinistra di Moutinho e segna da pochi passi
45': Juventus-Monaco 2-0, Dani Alves raddoppia per la Juventus con un tiro al volo di destro da fuori area su respinta del portiere francese
33': Juventus-Monaco 1-0, sul cross dalla destra di Dani Alves colpo di testa di Mandzukic e respinta del portiere sui piedi dello stesso Mandzukic che mette in rete
Allegri, Juve ha molte possibilità di vincere Champions -"Penso che la Juventus abbia molte possibilità di vincere la Champions". Massimiliano Allegri è fiducioso dopo l'accesso in finale ai danni del Monaco. "Non era semplice giocare una Champions così ha detto il tecnico a Mediaset - Ora siamo alla fase cruciale della stagione, perché ancora non abbiamo vinto nulla. Nell'ordine ci sono campionato, Coppa Italia e Champions: dovremo esssere meno pigri e curare i dettagli, abbiamo un mese per prepararla"
Bonucci, a Cardiff per portarla a casa - "Quello di questa sera è un grande risultato, siamo cresciuti rispetto a due anni fa" quando la Juventus perse in finale con il Barcellona. "Ora siamo maturi, consapevoli dei nostri mezzi - ha detto Leonardo Bonucci a Canale 5 - A Berlino eravamo una sorpresa. Invece quest'anno la Juve è più che una certezza". Il gol subito da Mbappè, che ha fissato sul 2-1 il risultato con il Monaco nel ritorno della semifinale "fa rosicare - ammette il difensore - Nel momento in cui abbiamo abbassato la pressione per una decina di minuti era nell'aria che arrivasse il gol. Però abbiamo dimostrato che siamo una grande squadra. Penso che andiamo a Cardiff con l'obiettivo di portarla a casa facendo la partita più bella della nostra storia".
Il vulcano più alto e attivo d'Europa ha partorito il topolino di un duello senza vincitori né vinti. Dunque, una non-sfida. Chi si aspettava una tappa di lava e lapilli è rimasto deluso, solo (tanta) lava condensata ai bordi della carreggiata, perché nel primo arrivo in salita del 100/o Giro d'Italia non è successo praticamente nulla. O quasi. I big sono stati frenati dal vento e, alla fine, il solo Vincenzo Nibali si è fatto vedere con uno scattino quando mancavano 3 chilometri al traguardo: un allungo che ha fatto il solletico ai rivali. Il messinese domani voleva presentarsi da profeta in patria nella città d'origine con la maglia rosa addosso, invece non è andato oltre un'accelerazione senza conseguenze. A domare l'Etna, invece, ci ha pensato lo sloveno Jan Polanc (UAE Emirates), che al Giro aveva trionfato due anni fa, sull'Abetone, dopo un tentativo velleitario partito al chilometro numero 16. Stamattina la sua fuga per la vittoria è partita dopo solo un paio dei 181 chilometri della 4/a tappa: lo sloveno si è trovato al fianco di Eugenio Alafaci (Trek Segafredo), Jacques Janse Van Rensburg (Dimension data) e Pavel Brutt (Gazprom Rusvelo). A una quindicina di chilometri è rimasto solo e ha resistito fino alla fine al tentativo di rimonta di Ilnur Zakarin, che non è andato oltre un ritardo di 20" dal vincitore di tappa. Polanc si è presentato all'arrivo con un fardello di 179 chilometri di fuga. Da applausi. La maglia rosa è finita sulle spalle del lussemburghese Bob Jungels, che l'aveva già indossata l'anno scorso, nel secondo Giro di Nibali.
Polanc: "Ho creduto di non arrivare al traguardo" - "Ringrazio tutti: la squadra, la famiglia, quelli a casa e chi mi supporta. Questa vittoria ci voleva, dopo quella sull'Abetone, al Giro d'Italia 2015. Sono veramente felicissimo per avere vinto sulla prima salita. Non avrei mai immaginato di arrivare al traguardo, perché il vantaggio era ridotto. Nel finale ero senza energia, cercavo di prendere forza". Queste le prime parole di Jan Polanc, lo sloveno che ha regalato alla UAE Emirates la prima vittoria nel Giro d'Italia, dopo il trionfo sull'Etna.
Ordine d'arrivo della 4/a tappa del 100/o Giro d'Italia di ciclismo, da Cefalù (Palermo) all'Etna (Catania), lunga 181 chilometri.
1. Jan Polanc (Slo) in 4h55'58" (+11" abbuono) (media 36,693 km/h)
2. Ilnur Zakarin (Rus) a 19" (+06" abbuono)
3. Geraint Thomas (Grb) a 29" (+04" abbuono)
4. Thibaut Pinot (Fra) s.t.
5. Dario Cataldo (Ita) s.t
6. Tom Dumoulin (Ola) s.t.
7. Bob ...
Tappa 1
[CENTER]Per la prima volta nella storia del Giro Alghero sarà sede di tappa. Si tratta di una tappa che è mediamente mossa, costantemente ondulata, caratterizzata da una lunga sequenza di saliscendi che si sviluppa sulla costa nord dell’isola. Numerosi strappi e saliscendi di cui 3 catalogati GPM a Multeddu, Trinità d’Agultu e San Pantaleo. Quest’ultima asperità si trova a meno di 20 km dall’arrivo. Si tratta di una salita di circa 5 km con alcuni chilometri attorno all’8% e pendenze massime superiori nella prima parte. Finale ancora ondulato fino a Olbia che, a differenza di Alghero, è stata sede di tappa due volte nel 1991. Ultimi 7 km dentro l’agglomerato urbano. Si percorrono lunghi viali prevalentemente rettilinei e in leggera discesa nella prima parte. Da segnalare un breve tratto di lastricato ai 2 km dall’arrivo. Ultima ampia curva ai 600 m e rettilineo di arrivo in asfalto di larghezza 8 m.
[/CENTER]
Lui entra, in palestra si fa silenzio improvviso e scatta l'applauso, affettuoso, prolungato, mentre l'allenatore chiosa: 'ragazzi, il maestro è venuto a trovarci'. Il maestro è Nino Benvenuti, oro olimpico a Roma 1960, ex campione del mondo nei pesi medi e superwelter. La palestra è una di quelle storiche della capitale, l'Audace, al Colosseo, fra le fondatrici della Roma calcio. Uno degli ultimi luoghi dove si fa pugilato a Roma, 15 giovani e due ragazze si allenano, alle pareti foto d'epoca celebrano un secolo di pugni. Benvenuti si commuove per l'accoglienza, seguono strette di mano, abbracci e foto ricordo.
Un tuffo nel passato. Per il vecchio campione che tra pochi giorni compirà 79 anni, è una scena che si ripete ogni giorno, ovunque vada. Tutti lo riconoscono, Nino Nino, e via foto e saluti, e ricordi di quella grande notte del pugilato italiano, 50 anni fa, quando il 29enne triestino entrò nella leggenda dello sport. Era il 17 aprile 1967 e al Madison Square Garden di New York, 15mila spettatori entusiasti, fra i quali alcune centinaia giunti dall'Italia, fecero da cornice al match fra Benvenuti e il campione del mondo in carica dei pesi medi, l'americano Emile Griffith. Una sfida che non rimase confinata nello sport ma entrò nei libri di storia.
A New York erano le 22 di una sera fredda e piovosa, in Italia le 4 di notte. C'era grande attesa per il match, ma la Rai non fece la diretta per ordine del governo, che non voleva turbare il sonno degli italiani, che a milioni si svegliarono lo stesso e seguirono l'evento alla radio, la voce era di Paolo Valenti. Il match fu un saliscendi di emozioni. Al 2/o round Griffith va al tappeto, al 4/o tocca a Benvenuti. I due se le danno senza ritegno: elegante e tecnica la boxe dell' azzurro, potente e aggressiva quella del rivale. Si arriva alla 12ma ripresa, Griffith è stanco, Benvenuti si scatena, il rivale barcolla, gli ultimi round sono un delirio di pugni, una gara di resistenza, ma è fatta.
L'Italia vede l'alba col titolo di campione del mondo. E molti padri racconteranno ai figli di quella notte che rimasero svegli per l'incontro che consacrò il pugile triestino alla storia della boxe. Da quel giorno sono trascorsi 50 anni, dal ritiro di Benvenuti dal pugilato 46, ma la popolarità del campione non è calata. E se Griffith è andato incontro a una vecchiaia di povertà e solitudine, Benvenuti è rimasto il ragazzo di allora, il figlio che ogni mamma vorrebbe: bello, educato, vincente. Quel match (il primo di una trilogia epica) fu l'inizio della fine per il terribile Griffith, il picchiatore gentile, amante dei cappelli,...
Last comments