Pellegrini inedita: veloce come sempre, stabile come non mai

Il tecnico Giunta racconta evoluzione e progetti: «Dalla stagione sotto lo stesso tetto alla strada per i Giochi»



Un oro confermato dopo dieci anni non è solo la prova di una longevità fuori dal comune, è quasi una storia d’amore. Federica Pellegrini, incassata la quarantesima medaglia della carriera, si guarda indietro e scopre di avere più fame di futuro di quanto credesse. Non sa più mettere una data precisa al ritiro e soprattutto inizia questa lunga stagione olimpica con una consapevolezza che può diventare spinta.
Non è solo la vittoria nei 200 stile libero a darle nuove motivazioni: il tempo notevole (1’51”89), la condizione fisica e la conferma del percorso, gli elementi su cui appoggiarsi sono tanti. Era dai tempi in cui si allenava con Alberto Castagnetti che Pellegrini non aveva questa stabilità tecnica.

Matteo Giunta la segue dal 2012 post olimpico, prima in coabitazione con Philippe Lucas, poi in solitaria. All’inizio era un appoggio, era una fase molto delicata: la priorità era recuperare energie mentali e archiviare i Giochi di Londra. Oggi l’allenatore è una vera guida e da gennaio anche il carico di lavoro raggiungerà l’apice di questo ciclo iniziato con una coabitazione.
Dalla dimensione tre cuori e una capanna a quella attuale dove i ruoli sono definiti, le ambizioni chiare e la strada per Rio tracciata, come ci spiega Matteo Giunta.