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Most users ever online was 892 on 23/5/2021, 08:09
NERUDA IN UN CANTO AMOROSO
SCRITTO CON DELICATE PAROLE
Il ramo rubato
Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.
Ancora non se n'é andato l'inverno,
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
Pablo Neruda
The Stolen Branch
In the night we will enter
to steal
a flowering branch.
We're going to pass the wall,
in the darkness of other people's garden,
two shadows in the shadows.
Winter hasn't gone yet,
and the apple appears
suddenly transformed
cascaded with smelly stars.
In the night we will enter
until his tremulous firmament,
and your little hands and my
they will steal the stars.
And cautiously
in our home,
in the night and in the shadows,
will come in with your steps
the silent step of perfume
and starry feet
the light body of Spring.
Pablo Neruda
Ramura furată
Noaptea vom intra
a fura
o ramură înflorită.
Vom trece de zid,
în întunericul grădinii altcuiva,
două umbre în umbră.
Iarna nu a dispărut încă,
și apare mărul
brusc transformat
cascadă de stele parfumate.
Noaptea vom intra
până la firmamentul său tremurat,
și mâinile tale mici și ale mele
vor fura stelele.
Și cu prudență
in casa noastra,
noaptea și la umbră,
va intra cu pașii tăi
pasul tăcut al parfumului
și cu picioarele înstelate
corpul limpede al Primăverii.
PABLO NERUDA
Om natten skal vi inn
å stjele
en blomstrende gren.
Vi vil passere veggen,
i mørket til andres hage,
to skygger i skyggen.
Vinteren er ennå ikke borte,
og epletreet dukker opp
plutselig forvandlet
kaskade av duftende stjerner.
Om natten sk...
Non incolpare nessuno, non lamentarti mai di nessuno, di niente, perché in fondo Tu hai fatto quello che volevi nella vita.
Accetta la difficoltà di costruire te stesso ed il valore di cominciare a correggerti.
Il trionfo del vero uomo proviene delle ceneri del suoi errori.
Non lamentarti mai della tua solitudine o della tua sorte, affrontala con valore e accettala.
In un modo o in un altro è il risultato delle tue azioni e la prova che Tu sempre devi vincere.
Non amareggiarti del tuo fallimento non attribuirlo agli altri.
Accettati adesso o continuerai a giustificarti come un bimbo.
Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare e che nessuno é così terribile per cedere. Non dimenticare che la causa del tuo presente é il tuo passato, come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.
Non pensare ai tuoi problemi, perché i tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno.
Impara a nascere dal dolore e ad essere piú grande, che è il più grande degli ostacoli.
Guarda te stesso allo specchio e sarai libero e forte e finirai di essere una marionetta delle circostanze, perché tu stesso sei il tuo destino. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
Gli occhi mi corsero
dietro una bruna che passava.
Era di madreperla nera,
era d'uva scura,
e mi sferzò il sangue
con la sua coda di fuoco.
Dietro tutte
vado.
Passò una chiara bionda
come una pianta d'oro
dondolando i suoi doni.
E la mia bocca andò come in un'onda
scaricando sul suo seno
lampi di sangue.
Dietro tutte vado.
Ma a te, senza muovermi,
senza vederti, te distante,
vanno il mio sangue e i miei baci,
bruna e bionda mia,
alta e piccola mia,
ampia e sottile mia,
mia brutta, mia bellezza,
fatta di tutto l'oro
e di tutto l'argento,
fatta di tutto il frumento
e di tutta la terra,
fatta di tutta l'acqua
delle onde marine,
fatta per le mie braccia,
fatta per i miei baci,
fatta per l'anima mia.
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
IL PRIMO GIORNO DELL’ANNO
~ Pablo Neruda ~
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno."
PABLO NERUDA
"In quell'istante ebbero termine i libri,
l'amicizia, i tesori senza sosta accumulati,
la casa trasparente che tu e io costruimmo:
tutto cesso' d'esistere, tranne i tuoi occhi."
PABLO NERUDA
Se saprai starmi vicino, | e potremo essere diversi,
| se il sole illuminerà entrambi | senza che le nostre ombre si sovrappongano,
| se riusciremo ad essere noi in mezzo al mondo
| e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
| Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro | senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia
| Allora sarà amore | e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Pablo Neruda©
Pablo Neruda
Cerco un segno tuo in tutte l’altre,
nel brusco, ondeggiante fiume delle donne,
trecce, occhi appena sommersi,
piedi chiari che scivolano navigando nella schiuma.
D’improvviso mi sembra di scorger le tue unghie
oblunghe, fuggitive, nipoti di un ciliegio,
altra volta è la tua chioma che mi passa e mi sembra
di vedere ardere nell’acqua il tuo ritratto di fuoco.
Guardai, ma nessuna recava il tuo palpito,
la tua luce, la creta oscura che portasti dal bosco,
nessuna ebbe le tue minuscole orecchie.
Tu sei totale e breve, di tutte sei una,
così con te vo’ percorrendo e amando
un ampio Mississippi d’estuario femminile.
-Pablo Neruda©
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