Noi con Voi

  1. La magia del russo Klyukin Lo skyline diventa arte

    By mameli11 il 19 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   8 Views
    .


    Vasyli Klyukin ha 38 anni ed è un imprenditore russo nel campo immobiliare con i piedi ben saldi per terra (è felicemente miliardario) ma con la testa «piantata» nelle nuvole. Non solo perchè, in autunno, coronerà il sogno di andare nello spazio seduto accanto a Leonardo DiCaprio su un volo della Virgin Galactic, dopo essersi aggiudicato questo privilegio in un’asta a Cannes per 1 milione e mezzo di dollari: la testa la tiene in cielo perché elabora, utilizzando il computer, architetture visionarie che al cielo, appunto, vogliono avvicinarsi come ultramoderne cattedrali gotiche.
    Usando i profili fotografici di oltre cento città del pianeta, Vasyli - che ha raccolto i suoi «progetti» in uno sfolgorante volume dal titolo «Designing Legends» edito da Skira e curato da Paola Gribaudo - inserisce nel loro skyline «oggetti» chimerici, a metà tra suggestive torri per abitazione e colossali statue la cui struttura si rifà a modelli classici, ma anche a simboli nei quali si colgono richiami all’amore, alla maternità, alla natura, al bon vivre, all’alta tecnologia.
    Non si tratta di banali fotomontaggi o di sterili progettazioni di città ideali, ma di un’architettura inserita in una concreta realtà urbanistica - anche se quasi mai geograficamente identificata - per indurre a riflettere, proprio attraverso queste citazioni «che possono piacere, o persino irritare, quanto i grattacieli facciano parte della storia dell’uomo. Come i templi costruiti per la gloria di una divinità o gli edifici diventati emblemi della storia d’una città o di una nazione».
    Accanto agli skycrapers che vorrebbero anticipare l’architettura d’un futuro senza date, Klyukin elabora «oggetti» che si richiamano esplicitamente all’imperante «cultura mercantile», come la torre a forma di abito griffato che svetta nel cuore di Londra, o enfatizzano immagini pop come il Café Marilyn, gigantesco calco scarlatto delle labbra della diva nel deserto del Nevada. Senza dimenticare di suggerirci, a margine, la ricetta del suo personalissimo Marilyn cocktail: quattro ciliegie con l’aggiunta di 3/4 di latte, 1/4 di Amaretto, un’idea di liquore al caffè e al whisky, ghiaccio, un cucchiaino di Aperol». Per assaporare sino in fondo «the legend» è assolutamente indispensabile bagnare il bordo del bicchiere con una goccia di profumo Chanel numero 5.





    Last Post by mameli11 il 19 Mar. 2014
    .
  2. UNA MOSTRA OLFATTIVA A MONZA: “FICCANASO AL PARCO” DAL WEB

    By marcel53 il 17 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   4 Views
    .

    Il titolo è accattivante, il viaggio pure. Siamo a Monza, nell’ambientazione affabulante di Villa Mirabello, elegante quanto basta, sita nel Parco della Reggia di Monza. “Ficcanaso al Parco”, mostra olfattiva che apre le porte dal 7 marzo e fino al 15 luglio a chi volesse percorrere un viaggio insolito, quello delle sensazioni “a naso”.

    Ficcanaso-al-parco-590x277

    “Un enigma meraviglioso e senza fine”, così, Richard Axel e Linda Buck, Nobel nel 2004 per i loro studi sull’olfatto, hanno espresso la seduzione per questo senso in parte ancora sconosciuto.

    Inafferrabile, non solo per i ricercatori, l’olfatto sceglie per noi, trascinati o respinti da questo o quell’odore più o meno familiare. Nonostante la quotidiana immersione nel mondo degli odori, le sensazioni che ci dà il naso restano inafferrabili, sulla punta della lingua. A volte addirittura incomunicabili.

    È un senso che attinge al cervello in modo primordiale: la chimica di una molecola odorosa diventa un’esperienza di vita intensa. I centri cerebrali che si vedono coinvolti nell’analisi rimangono quelli delle emozioni, dei ricordi e del piacere. Possono essere buoni o cattivi non importa, in noi rimane una traccia quasi indelebile che ce li fa riaffiorare come d’incanto.

    La mostra voluta dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, dall’Associazione “Creda on lus” , ossia dal Centro di ricerca ed educazione ambientale, e da “L’ideatorio”, un servizio dell’Università della Svizzera italiana, è la prima del genere in Italia e Monza se ne può dir fiera.

    In Villa si scopriranno 100 odori diversi da vivere nella suggestiva ambientazione di una magione seicentesca. Esempio di architettura e dimora di quell’epoca, la Villa preesiste alla creazione del Parco, e venne costruita verso la metà del XVII secolo dalla famiglia Durini, che aveva acquistato il feudo di Monza nel 1648.

    Durante la visita a Villa Mirabello scopriremo quanto l’olfatto sia importante. Il nostro naso, un organo silenzioso e discreto è dotato di una fisicità che non cessa d’imbarazzare e incuriosire. Un odore può deliziare, eccitare o ripugnare, spingerci all’abbraccio o suscitare tristezza, evocare ricordi.

    Il percorso ”a naso” nel Parco si dipana dalla fisiologia dell’olfatto alla chimica degli odori, dalle fragranze di piante e animali, ai profumi.

    È possibile giocare in questo itinerario. Per esempio con le puzze disgustose, magari apprezzandone per una volta l’utilità e deliziarsi con i profumi dei fiori facendo riemergere ricordi e vissuti.

    Il punto è che a ‘Ficcanaso al Parco’ si annusa. Semplicemente. Tutti con il naso all’insù, allora. fra giochi e curiosità alla scoperta di qualcosa in più su di sé, sul m...

    Read the whole post...

    Last Post by marcel53 il 17 Mar. 2014
    .
  3. LA FUGA DI NUREYEV DAL WEB

    By marcel53 il 17 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   4 Views
    .

    Il 16 giugno 1961 Nureyev faceva il suo grande “salto verso la libertà“. Erano gli anni cruciali della guerra fredda – nel mese di agosto dello stesso anno venne alzato il muro di Berlino – e l’avvenimento fortemente mediatizzato ebbe una risonanza clamorosa: un giovane, geniale danzatore del Kirov aveva osato sfidare il terribile KGB e le autorità sovietiche, e tutto l’Occidente, entusiasta, si infiammò per l’eroica impresa di Rudolf.

    Nureyev-and-Fonteyn-533x400

    Nureyev e Fontey

    Ariane Dollfus, nel suo bel libro “Noureev l’insoumis” racconta questa drammatica e rocambolesca giornata. Quando il Kirov decide di fare la sua prima grande tournée in Occidente, a Parigi e poi a Londra, nel mese di giugno 1961, sono già tre anni che Nureyev fa parte della famosa compagnia, e in Unione Sovietica è molto celebre, il suo talento ha conquistato il pubblico, nel mondo della danza non si parla che di lui. Ma il suo carattere ribelle e, soprattutto, la sua ricerca di contatti con l’Ovest (incontra clandestinamente ballerini e artisti occidentali di passaggio a Mosca o a Leningrado, studia l’inglese…) incominciano a preoccupare le autorità, tanto che nel mese di dicembre 1960, per evitare tali incontri, la direzione del Kirov lo manda in tournée nella lontana cittadina di Iochkar-Ola, in Asia Centrale. Nureyev, umiliato, offeso, è arrabbiatissimo, e dopo la prima rappresentazione abbandona i suoi colleghi, prende il treno di notte per Mosca, poi rientra a Leningrado. Questo colpo di testa gli costa molto caro: d’ora in poi, non potrà più andare all’estero.

    Per fortuna sua, l’addetta culturale francese, Janine Tringuet, venuta a Leningrado per organizzare il soggiorno parigino del Kirov, vede per caso, in programma, il balletto “Don Chisciotte” e, nonostante i pareri contrari dei suoi accompagnatori russi, decide di andare ad assistervi. Lo spettacolo è effettivamente molto mediocre, ma c’è un ballerino meraviglioso di cui nessuno le aveva parlato, e riesce a sapere il suo nome da una delle maschere: si chiama Rudolf Nureyev. Tornata a Parigi, insiste perché Nureyev faccia parte del viaggio – o lui, o nessuno – e le pressioni diplomatiche sono tali che alla fine le autorità sovietiche cedono: Nureyev verrà a Parigi.

    Rudolf-Nureyev1-300x400

    A Parigi, i russi devono ammetterlo: il pubblico, entusiasmato, affascinato da questo splendido ballerino, va in delirio, ripete ogni sera applausi scroscianti, gli tributa una “standing ovation“, e la tournée del Kirov si trasforma in un trionfo personale per il giovane danzatore. Nureyev, lo sa bene, è strettamente sorvegliato dagli age...

    Read the whole post...

    Last Post by marcel53 il 17 Mar. 2014
    .
  4. EL GRECO

    By mameli11 il 15 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   6 Views
    .

    La città di Toledo salda un debito storico con El Greco con una grande mostra, per le celebrazioni dell’Anno Greco, nel quarto centenario della morte del pittore. «El Griego de Toledo», propone in sei spazi espositivi della città - il Museo di Santa Cruz, la cattedrale di Toledo, l’antico ospedale Tavera, la chiesa di Santo Tome’, la cappella di San José e il convento di Santo Domingo antico - oltre 100 opere dell’artista, provenienti da 29 città del mondo, che si potranno ammirare fino al prossimo 14 giugno. Curata dal cattedratico Fernando Marias e coordinata da Casilda Ybarra, la grande mostra itinerante prende le mosse dall’attività del Greco prima di arrivare in Spagna e di stabilirsi a Toledo, proveniente da Candia, Venezia e Roma, con un focus sulla sua prima formazione come maestro pittore a Creta e la sua progressiva appropriazione dei modi occidentali italiani, all’ombra di Tiziano, Tintoretto, Giorgio Giulio Clovio, Michelangelo e altri artisti italiani.

    Last Post by mameli11 il 15 Mar. 2014
    .
  5. Le cattedrali più belle d'Europa daò web

    By marcel53 il 15 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   25 Views
    .

    7949D431CA06A4D2A82AC446C1FB_h353_w598_m2_q90_cbhaxfdiG

    Antiche, magiche, imponenti... Le cattedrali sono il simbolo di molte città europee

    Il Duomo di Milano, centro simbolico della città che ospiterà l'EXPO del 2015, è dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria. I lavori di costruzione di questa cattedrale gotica iniziarono nel 1386 e terminarono nel 1892. Sulla guglia più alta (circa 108 metri) c'è la statua d'oro della "Madonnina", simbolo assoluto della città. Nel novembre del 2013 ha aperto al pubblico il Museo del Duomo

    14A013C32B2F8FB340F684D3C18674_h498_w598_m2_q90_ckNYgcuPL

    La Cattedrale Santa Maria de Regla di León (Spagna) è un capolavoro dell'arte gotica. Costruita nel 1205, si trova lungo il Cammino per Santiago di Compostela ed è strettamente imparentata con le cattedrali francesi di Reims e di Amiens. Questa cattedrale ha uno degli effetti di luce più suggestivi, creato dalle finestre a traforo della navata centrale.

    95C723938853BB7A77C233DAAD0_h498_w598_m2_q90_cZRZaqZjF

    La Cattedrale di Nostra Signora del Pilar (Nuestra Señora del Pilar) di Saragozza in Spagna è dedicata alla Vergine Maria ed è una delle basiliche minori della Chiesa. Dotata di quattro campanili, di un'enorme cupola centrale e di altre 10 minori, fu costruita su una preesistente chiesa nel 1681, ma i lavori di completamento finirono solo nel 1872. Ogni anno questo antichissimo luogo di culto è visitato da milioni di pellegrini.

    CDA11C5CFA87FC7E91DCA0199CF18D_h498_w598_m2_q90_cxEaywePT

    La Basilica di Santa Sofia (Hagia Sophia) è stata sede del patriarcato greco-ortodosso, una cattedrale cristiana e infine una moschea. Costruita in stile bizantino nel 537, è il simbolo di Istanbul e uno dei monumenti più visitati di tutta la Turchia. Il fondatore della repubblica e padre della Patria, Mustafa Kemal Atatürk, la trasformò in un museo nel 1931.

    Last Post by marcel53 il 15 Mar. 2014
    .
  6. AMORE E BELLEZZA NELL'ARTE

    By mameli11 il 14 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   70 Views
    .

    image

    VENERE E CUPIDO----BRONZINO


    image

    GIOVE E IO CORREGGIO


    image

    ERACLE E ONFALE FRACOIS BOUCHER


    image


    MUNCH - Il bacio

    Last Post by mameli11 il 14 Mar. 2014
    .
  7. Frida Kahlo, l'eroina dell'arte

    By mameli11 il 11 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   4 Views
    .

    1466e3ec71

    Frida Kahlo nella copertina del libro 'Viva la vida!' di Pino Cacucci - Feltrinelli
    Si dice che la sofferenza è una componente imprescindibile dell’arte, sia essa causata dall’amore, dalla psiche, dal contesto sociale, dalla malattia. Nel caso di Frida Kahlo la vita è stata tanto inclemente quanto il genio artistico incontenibile: nessuna come lei ha tratto dai travagli dell’esistenza tanta energia, tanta passione, tanta forza. Un fisico danneggiato, letteralmente fatto a pezzi, che la farà soffrire per sempre, un amore leggendario ma tormentato, l’accanimento di un destino che non le permetterà mai di diventare madre nonostante il grande desiderio. Frida Kahlo non ha potuto sconfiggere i suoi mali, ma ha trovato un modo per trasformarli, per renderli arte, per imprimere il suo nome a caratteri cubitali nella storia artistica mondiale. Le opere della più grande pittrice messicana arriveranno presto in Italia in occasione di due mostre che si susseguiranno, a Roma presso le Scuderie del Quirinale e a Genova presso Palazzo Ducale.

    L’incidente che cambiò per sempre la sua vita, avvenuto a quasi 18 anni, la ferì al punto da credere impossibile un recupero: decine di fratture, di cui tre alla colonna vertebrale, un corrimano di ferro (si trovava su un bus) che la trafisse dal fianco alla vagina, deformando per sempre i suoi organi riproduttivi, la costrinsero a letto per mesi. Ma è proprio da quel letto che nacque la sua arte, grazie ad un sistema di baldacchini, corde, specchi e sostegni che il padre e la madre ingegnarono ed allestirono nella mitica Casa Azul, oggi museo, di Coyoacan, Città del Messico. Nelle sue opere è stato rappresentato il corpo femminile come mai prima di allora: in una storia dell’arte in cui la prospettiva sul corpo delle donne era eternamente maschile, lei ha saputo segnare una svolta totale, ritraendo il suo fisico straziato dalle operazioni chirurgiche, dalla fragilità, dalle cicatrici. Ha ritratto con crudezza il dolore per le gravidanze interrottesi spontaneamente, una dopo l’altra, a causa dei danni fisici che non le permisero mai di avere figli. Autorappresentazione come urlo di dolore, ma anche come accettazione, esternazione, rivoluzione femminile, emancipazione, e dichiarazione di valori. Non mancano mai nelle sue opere i riferimenti al Messico, alla cultura popolare, alla natura, agli animali, allo splendore delle civiltà indigene.

    Leggi anche: Frida e la mexicanidad

    Generalmente inquadrata nella sfera del surrealismo, ha lasciato a bocca aperta artisti del calibro di André Breton e di Savador Dalì, ha frequentato brevemente i caffè letterari parigini, ma si è resa conto di non farne parte. Da un lato, affermava lei stessa, non si sentiva surreal...

    Read the whole post...

    Last Post by mameli11 il 11 Mar. 2014
    .
  8. Firenze rende omaggio a Pontormo e Rosso Fiorentino: i gemelli diversi dell'arte

    By mameli11 il 8 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   7 Views
    .

    20140307_strozzi


    Li chiamavano i «gemelli dell’arte», perché nati entrambi in Toscana nel 1494, e alla scuola di Andrea d’Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi,

    Li chiamavano i «gemelli dell’arte», perché nati entrambi in Toscana nel 1494, e alla scuola di Andrea d’Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi, detto più semplicemente del Sarto (1486 – 1530).
    Ma in realtà, Jacopo Carucci, chiamato Pontormo dal luogo di nascita in provincia di Empoli, e Giovanni Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino perché partorito sull’Arno, avranno vite, e modi di dipingere, totalmente diversi. Pontormo diverrà l’artista di fiducia dei Medici; Rosso emigrerà in Francia e sarà il pittore di Francesco I, dopo aver avuto «grane» multiformi nella città natale. E per vedere quanto fossero differenti nell’arte, basta venire a Firenze, fino al 20 luglio, dove Palazzo Strozzi dedica loro la rassegna più ampia ed esaustiva forse mai organizzata: 92 opere, il 70 per cento di quanto d’entrambi è oggi trasportabile.

    Una mostra che è un evento, difficilmente ripetibile; con scarso onore per Baltimora e Berlino che, uniche, hanno negato le proprie opere. Di quelle in mostra, ben 21 sono state restaurate per l’occasione: i confronti mostrano che, prima, in piccoli luoghi o su scomodi altari, erano pressoché impossibili da ammirare. Si va dalle grandi pale ai ritratti; scene di solito religiose, però Pontormo si concede la storia antica per i carri del Carnevale e gli affreschi nella villa medicea di Poggio a Caiano, con una lunetta che mostra Vertumno e Pomona; e al mito remoto guarda anche Rosso, specie una volta raggiunta la Francia: la svenevolezza della Morte di Cleopatra, dipinta ancora a Roma, è degna di una copertina.

    GLI INIZI INSIEME
    Cominciano insieme: all’Annunziata, ciascuno affresca una scena, e il loro maestro la principale. Poi, si fanno una «guerra» di pale d’altare, eternando ognuno una Madonna. E già qui, si vede che la cifra dei due è il colore acceso: «Una cromia esaltata a e potente, unica nel Cinquecento», spiega il direttore degli Uffizi Antonio Natali, che, con Carlo Falciani, è curatore (cat. Madragora) della mostra. I due si rivelano presto anticonformisti e spregiudicati, campioni della «maniera moderna» di fare arte, come dice Vasari. Pontormo guarderà presto al Nord: alle stampe di Dürer; ma Rosso si rifarà alle lezioni più antiche, di Masaccio e di Donatello. Entrambi ci lasciano capisaldi assoluti del dipingere d’allora. A Pontormo, scriveva Luciano Berti, «la semplicità era negata»; mentre Rosso è maggiormente estroverso. Il primo non lascia mai, o quasi, la propria città; il secondo percorre la regione, va a Napoli, Roma, in Francia; ...

    Read the whole post...

    Last Post by mameli11 il 8 Mar. 2014
    .
  9. Nasce la slow art, mostre 'in casa' e da vivere. dal web
    A New York la collezione Depero al 'Cima' in un appartamento a Soho.

    By marcel53 il 8 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   6 Views
    .

    238082cb924a388e9c5ceb64edaa50ad

    NEW YORK Dallo slow food alla slow art. Parte da New York una rivoluzione culturale imperniata su Fortunato Depero, importante protagonista del futurismo. Uno dei più creativi esponenti del movimento di avanguardia caratterizzato dalla velocità, Depero è al centro della mostra che il 22 febbraio inaugura il Center for Modern Italian Modern Art (Cima) in un appartamento di Broome Street a Soho. Cima e' la "creatura" di Laura Mattioli, storica dell'arte e collezionista. Il suo obiettivo far apprezzare meglio l'arte italiana moderna negli Stati Uniti.

    Ogni anno il centro organizzerà installazioni visitabili su appuntamento dando l'opportunità di esplorare in profondità le opere esposte. La mostra inaugurale, oltre 50 pezzi, coincide con la grande rassegna sul futurismo del Guggenheim a cui la Mattioli ha prestato altri 11 pezzi dell'artista trentino. Depero, seguito in settembre da Medardo Rosso, resterà a New York fino al 28 giugno. Si va dalle prime sperimentazioni dell'artista di Rovereto nel 1913 ai lavori da lui creati negli anni Trenta durante l'avventura newyorchese.

    Ma e' la collocazione dei pezzi - tra questi "Io e Mia Moglie" del 1919 e "Citta' Meccanizzata dalle Ombre" e l'arazzo "Cavalcata Fantastica", entrambi del del 1920, che rende straordinaria l'esperienza del Cima. "Abbiamo deciso di aprire per appuntamento per consentire a chi viene di passare quanto tempo vuole con i pezzi come in una casa", spiega la Mattioli: "Ho avuto la fortuna di essere immersa nell'arte di questo periodo fin da bambina e sono emozionata all'idea di introdurre queste opere a un nuovo pubblico".

    La collezionista, che ha ereditato dal padre Gianni una delle maggiori raccolte al mondo di avanguardia italiana, racconta all'ANSA un aneddoto che spiega la filosofia del centro: "Ero incinta del mio primo figlio e i medici mi ordinarono di sei mesi di letto. Davanti a me avevo un Morandi con cui ho convissuto per quei mesi. Alla fine ci ero entrata talmente dentro che mi sono venute le idee dietro alla mostra Morandi Ultimo al Peggy Guggenheim di Venezia nel 1998".

    L'arte, secondo Laura Mattioli, non e', non può essere, un prodotto "mordi e fuggi" come troppo spesso viene consumata nel mondo di oggi da chi visita un museo. Depero, perche'? In parte "per via della sua avventura americana", spiega Raffaele Bedarida, dottorando di Cuny e uno dei due borsisti sostenuti dal Cima per studiare a New York (offrire opportunità a giovani studiosi fa parte della missione del centro): "Arrivo'...

    Read the whole post...

    Last Post by marcel53 il 8 Mar. 2014
    .
  10. Città della Scienza, accordo per la rinascita dal web
    Schema sarà approvato nelle Giunte di Regione Campania,e Provincia di Napoli

    By marcel53 il 8 Mar. 2014
    +1   -1    0 Comments   3 Views
    .

    1cd24a510d34fe036a4aca135163a910

    Le rovine lasciate dal rogo che un anno fa distrusse il Museo didattico

    È stato trovato l'accordo per ricostruire la Città della Scienza. E' quanto si è appreso dopo la riunione che si è svolta a Roma presso il Dipartimento dello Sviluppo e della Coesione. Ora lo schema dovrà ora essere approvato nelle Giunte di Regione Campania, Comune e Provincia di Napoli, per poi essere firmato. I responsabili amministrativi delle diverse istituzioni partecipanti al tavolo hanno definito e condiviso tutti gli aspetti dell'accordo di programma quadro sulla ricostruzione di Città della Scienza e del Protocollo di intesa per la riqualificazione di Bagnoli. Si tratta quindi di due accordi distinti: uno sulla ricostruzione di Città della Scienza ed un altro relativo alla bonifica della spiaggia e del mare di Bagnoli. Il 4 marzo scorso la firma dell'accordo di programma quadro per ricostruire Città della Scienza era saltata a sorpresa. Alla base della rottura contrasti tra Comune e Regione sulla questione della bonifica di Bagnoli che il Comune voleva fosse inserita nell'accordo. Al tavolo di oggi si sono riuniti i rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico, del ministero delle Infrastrutture, del ministero dell'Ambiente, della Regione Campania, del Comune di Napoli, della Provincia di Napoli e di Città della Scienza - Fondazione Idis.

    Last Post by marcel53 il 8 Mar. 2014
    .