Noi con Voi

  1. I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi
    dal web

    By marcel53 il 26 April 2019
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    1282 - Palermo e dintorni

    Nella piazza più importante di Palermo alcuni soldati francesi allegramente cantano e festeggiano sotto lo sguardo cupo dei siciliani.

    Intanto la duchessa Elena, ancora in lutto per l'uccisione del fratello dai militari francesi, è costretta da Roberto, un soldato ubriaco, ad unirsi ai loro canti.

    La ballata che la duchessa intona, diventa presto un invito a ribellarsi facendo scoppiare così un'insurrezione, presto interrotta dall'intervento del governatore di Francia Guido di Monforte.

    Arriva Arrigo, un giovane losco siciliano che viene interrogato dal governatore, visto il suo legame sentimentale con la duchessa e le sue accuse di complotto contro i francesi.

    Il giovane esprime il suo odio contro i francesi e rivendica il suo legame con Elena, lanciando una sfida, si dirige verso il palazzo della donna.
    Atto II
    Opera I Vespri Siciliani di Verdi Palermo, spiaggia.

    Torna di nascosto a Palermo Giovanni da Procida con l'intento di pianificare una rivolta contro i francesi.

    Insieme a Elena e Arrigo organizzano la rivoluzione coinvolgendo anche il re d'Aragona.

    Rimasto solo con la duchessa, Arrigo dichiara alla donna il suo amore ma Elena lo ricambierà solo ad avvenuta rivendicazione della morte del fratello.

    Arriva un ufficiale di Francia che invita Arrigo a partecipare ad un ballo presso il palazzo del governatore. Il giovane rifiuta e viene così arrestato.

    La scena si anima con una festa di fidanzamento in cui diverse coppie ballano la tarantella.

    Ma l'atmosfera si diventa pesante quando alcuni militari francesi iniziano ad infastidire le donne presenti.

    Durante la festa dei francesi, i siciliani, sulla spiaggia, cantano vendetta.

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    Atto III
    Il governatore legge nel suo studio una lettera ricevuta da una donna con cui tempo addietro aveva avuto una relazione.

    Intanto Arrigo viene accompagnato nello studio di Monforte dove viene ben accolto.

    Stupito per la benevole accoglienza, Arrigo rimane turbato nel momento in cui scopre di trovarsi dinanzi al padre.

    Con il timore di perdere Elena, Arrigo rifiuta il padre e si allontana.

    Sta iniziando la festa a palazzo e gli invitati ballano sulle note de " Le quattro stagioni". Ci sono ancche Procida, Elena ed altri congiurati, vestiti in maschera.

    Li raggiunge anche Arrigo che viene informato da Elena dell'imminente uccisione di Monforte.

    Il ragazzo, disperato, vuole informare il padre ma l'unica cosa che riesce a fare è mettersi in mezzo nel momento in cui Elena stessa sta per pugnalare l'uomo.
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    Last Post by marcel53 il 26 April 2019
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  2. CENERENTOLA
    Balletto in tre atti

    By marcel53 il 26 Nov. 2018
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    La favola di Cenerentola è una delle più amate in Russia. La prima del balletto si tenne presso il Teatro Bolshoy nel 1945, anno memorabile per l'Unione Sovietica. La musica scritta da Prokofiev rifletteva, infatti, la tragedia delle sofferenze subite a causa della guerra e la luce splendente della speranza nel futuro. Nel novembre di quello stesso anno, Prokofiev scriveva:

    "Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di Cenerentola era l'amore poetico tra lei e il Principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanga indifferente alla sventura e alla gioia. Ho composto Cenerentola nel solco della tradizione del balletto classico russo".

    Una scena da "Cenerentola" del Balletto Classico di MoscaIn tutte le loro produzioni, Kasatkina e Vasiliov si sono sempre orientati principalmente sul testo musicale: è la musica che detta il disegno generale dello spettacolo e le particolarità dello stile coreografico. In tal modo, anche nelle forme espressive più tradizionali, riescono sempre ad imprimere un loro inimitabile marchio. Anche in questo spettacolo, la forza di penetrazione del sentimento umano, resa attraverso i canoni della coreografia classica, si associa ad un fiabesco florilegio di danze e alla plastica ironico-grottesca dei ruoli di carattere.


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    Nella versione del 1945, il sinfonismo della partitura prokofieviana era, in un certo senso, messo in ombra dalla pomposità della redazione, mentre altre versioni, accentuando troppo l'aspetto comico e grottesco dei personaggi minori, perdevano spesso di visto il profondo lirismo che permea l'opera. Kasatkina e Vasiliov, invece, si sono distinti per chiarezza e precisione logica nello sviluppo della vicenda, permettendo quindi allo spettatore di qualsiasi età di seguire l'azione, di vedere non solo la danza, ma anche come questa cresca sotto i suoi occhi fino a divenire una rappresentazione teatrale compiuta. Nella loro versione trovano senza dubbio posto sia l'umiltà e lo spirito di sopportazione di Cenerentola, sia i ruoli di carattere che fanno sorridere, sia la pomposità del ballo al palazzo, ma, soprattutto, la struggente attesa del prodigio e della trasformazione di Cenerentola, che si realizza grazie alla Fata e alla scarpetta di cristallo. In tal modo, la loro interpretazione risulta essere la più vicina all'intento dello stesso Prokofiev.

    Last Post by marcel53 il 26 Nov. 2018
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  3. AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA
    dal web

    By marcel53 il 21 Feb. 2018
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    La ricordate?

    E' una commedia musicale in due atti di Garinei e Giovannini, liberamente ispirata al romanzo After me the Deluge di David Forrest musicata da Armando Trovajoli.

    Nella versione originaria le scene ed i costumi erano di Giulio Coltellacci e le coreografie di Gino Landi.



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    Il personaggio principale era interpretato in modo brillante da Johnny Dorelli ed insieme agli altri attori… le scene… le musiche etc… compresa la simpatica “voce” di Dio ne sancirono il successo.



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    LA TRAMA IN BREVE



    Don Silvestro parroco di un paesino di montagna riceve una telefonata da Dio che gli ordina di cotruire un'arca dato che ha deciso un nuovo Diluvio Universale.

    Il parroco tra dubbi e difficoltà la costruisce ma poi il paese per il veto di un cardinale lo lascia solo nell'arca con Clementina la figlia del sindaco.

    Inizia il diluvio ma il parroco per non lasciar solii suoi fedeli scende dall'arca ed allora Dio si decide a bloccar il diluvio.

    All'interno della trama poisi innestano tante altre simpatiche minitrame con diversi personaggi...



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    IL SUCCESSO DELLA COMMEDIA


    La commedia nella versione originaria battè tutti i record di durata e di incasso rimanendo in cartellone per 3 stagioni 630 repliche sempre con il tutto esaurito.

    Fu rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro Sistina, l'8 Dicembre 1974 ma poi nel tempo, grazie al suo successo, girò per il mondo e le TV….


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    UNA FAMOSA SCENA E LA CANZONE



    Riviviamone bellezza ed atmosfera… prima con una significativa scena (quella del bacio) in cui Johnny Dorelli dà il meglio di sé…







    e poi ascoltando una sua perfetta interpretazione della canzone che è il filo conduttore della commedia musicale…



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    Last Post by marcel53 il 21 Feb. 2018
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  4. IL FAUST

    By marcel53 il 28 Jan. 2018
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    Faust è l’opera più famosa di Goethe e una delle più importanti della letteratura europea e mondiale.


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    Nel 1808 Goethe pubblicò la redazione definitiva della prima parte del Faust. A quest’opera il poeta lavorò per tutta la vita, dalla prima redazione del 1775, l’Urfaust (che restò inedito e di cui fu ritrovata copia solo nel 1886), al compimento della seconda parte, avvenuto nel 1831, a pochi mesi dalla morte.


    Il Faust si ispira ad una leggenda apparsa per la prima volta in un libro popolare del 1587, a sua volta ispirato ad un personaggio storico, Georg Faust, oscura figura di mago vissuto nella Germania del primo Cinquecento. Nel Libro popolare Faust stringe un patto col diavolo per aver accesso ai segreti della natura, ed è visto negativamente, in una prospettiva luterana ortodossa, come esempio della superbia peccaminosa dell’uomo che non sa stare entro i limiti della conoscenza segnati da Dio. Il libro ebbe largo successo e numerose ristampe, subendo in seguito vari rifacimenti, sino al Settecento.

    Anche il Faust del giovane Goethe avrebbe dovuto essere dannato, ma poi, nella lunga elaborazione, subita dal progetto iniziale, la figura si trasformò, arricchendosi straordinariamente di significati.


    L’opera ha forma drammatica (Goethe stesso la indica come «Tragedia») e vi è premesso un Prologo in teatro, tra il Direttore, il Poeta teatrale e il Comico, poi un Prologo in Cielo, in cui Mefistofele scommette con il Signore di traviare il dottor Faust e di condurlo alla perdizione; Dio, che guarda con ammirazione agli sforzi che l’uomo fa per varcare i limiti della conoscenza, promette al diavolo di concedergli l’anima dello studioso se sarà capace di deviarlo dal suo istintivo tendere al bene.

    S’apre il sipario su Faust nel suo laboratorio. Faust esprime la sua stanchezza e il suo disprezzo per la vuota scienza medievale di cui ha nutrito tutta la sua vita. Vorrebbe un accesso diretto ai segreti della natura. Evoca, allora lo Spirito della Terra, ma questi lo respinge. La sconfitta induce Faust al pensiero del suicidio, ma il suono delle campane e i canti del mattino di Pasqua lo distolgono dal proposito, riconciliandolo con la vita. Esce per ritrovare il contatto con il mondo, ma al rientro nello studio viene seguito da un cane nero che in seguito si trasforma in un cavaliere dal piede equino: è il diavolo Mefistofele. Con lui Faust fa una scommessa: Mefistofele gli farà attraversare tutte le esperienze della vita ed egli gli concederà l’anima se mai arriverà ad appagarsi anche solo di un istante di godimento.

    Partito con Mefistofele per un lungo viaggio, Faust che nel frattempo ha rit...

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    Last Post by marcel53 il 28 Jan. 2018
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  5. LAMON LESCAUT

    By marcel53 il 24 Dec. 2017
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    Infatti il suo fiuto infallibile ebbe poi conferma nell’opera Manon Lescaut, rappresentata al teatro Regio di Torino il primo febbraio del 1893; da allora Puccini riuscì a conquistare la gloria in tutto il mondo, le sue opere furono acclamate nei teatri più prestigiosi d’Europa e d’oltreoceano, un crescendo che decretò Giacomo Puccini il più grande compositore del Novecento.
    Così vediamo nascere nel 1896 la Bohème rappresentata sempre al Regio di Torino e la Tosca nel 1900 al Costanzi di Roma, la Madama Butterfly nel 1904 alla Scala di Milano(qui l’opera fu fischiata e derisa, forse per una congiura ai danni del Maestro, ormai affermato, ricco, e invidiato ovunque per il suo genio, ma anche per il fascino e l’ eleganza, elementi inconsueti per un compositore di quei tempi…..)


    Puccini


    A differenza di altri compositori un po’ trasandati, spettinati, poco curati nel vestire e nei modi, Giacomo Puccini appariva come un uomo estremamente intrigante, raffinato, elegante; amava vestire come un Lord inglese, soprattutto dopo aver ottenuto successi e ammirazione internazionale….

    Le donne erano catturate dalla sua musica, inebriate dal suo sguardo così magnetico e sensuale, travolte dai suoi lineamenti così forti, da vero maschio latino; voluttuoso ed invitante, ecco come risultava Puccini agli sguardi del gentil sesso.
    Puccini amava le donne, ne era incantato, ammaliato, “innamorato perdutamente dell’amore”, ecco come amava descriversi. Era anche un uomo schivo, evitava di partecipare a banchetti organizzati appositamente per lui; non amava la folla e il dover parlare davanti a tanta gente gli incuteva ansia ed imbarazzo.


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    Fondamentalmente timido, dolce, affettuoso, anche un po’ scontroso, era comunque se stesso solo insieme agli amici più cari, gente modesta e semplice come piaceva tanto a lui, gente di campagna, buona, leale, schietta ed onesta. Non amava vantarsi o atteggiarsi a genio;

    Giacomo preferiva l’amicizia vera, le risate, le sane bevute insieme ai suoi amici di Torre del Lago, ( piccolo paesino sul lago di Massaciuccoli vicino Lucca, divenuta poi residenza del Maestro). Lì riusciva a comporre, ad estraniarsi da tutto e da tutti, a sognare, meditare e godere di quei lussuriosi tramonti sul lago: lì nascevano tutte le opere più commoventi del Maestro perché lì c’era la sua anima, il suo spirito, il suo ver...

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    Last Post by marcel53 il 24 Dec. 2017
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  6. Gazza ladra

    By marcel53 il 18 Dec. 2017
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    Trama Atto 1°

    Casa Vingradito è in festa, poiché a breve ritornerà il giovane Giannetto, partito per la guerra: i genitori Fabrizio e Lucia e i servitori si danno da fare con i preparativi per festeggiare il suo ritorno (Oh che giorno fortunato!). Tuttavia Lucia continua a lamentarsi della negligenza della serva Ninetta, che ha perso alcune posate del servizio d'argenteria. Il marito Fabrizio invece protegge la ragazza per gentilezza e per rispetto verso il padre di lei, il soldato Fernando Villabella, rinomato e ricoperto d'onori.


    Ninetta, dal canto suo, è felice del ritorno di Giannetto, dato che i due giovani si amano (Di piacer mi balza il cor) e spera di poterlo sposare. Finalmente Giannetto torna, e dichiara apertamente il suo amore a Ninetta (Vieni fra queste braccia). Successivamente Giannetto si allontana con la famiglia e i servitori per andare a trovare lo zio malato di gotta, lasciando Ninetta sola a contare le posate (di cui ne sono rimaste dodici).


    In quel momento un mendicante si avvicina a Ninetta chiedendole aiuto: egli è suo padre Fernando, che le racconta la sua triste vicenda. Giunto a Parigi, aveva chiesto al suo generale il permesso di rivedere la figlia, permesso però negato: ne è seguito un alterco che ha fatto innervosire Fernando, che lotta col generale; viene però disarmato e condannato a morte: riesce però a sfuggire alla condanna grazie all'aiuto dei suoi commilitoni. La sua sorte è però segnata, ed è costretto a vivere nascondendosi per sempre: Ninetta allora gli suggerisce di nascondersi nel vecchio castagno in cui c'è una fessura abbastanza grande da contenere un uomo. Per campare, il padre chiede a Ninetta di vendere un suo cucchiaio con incise le sue iniziali: FV.

    A rovinare però i piani di Ninetta e del padre è il sopraggiungere del Podestà Gottardo: egli è innamorato di Ninetta e spera di farla sua, nonostante le sue continue ritrosie (Il mio piano è preparato). Il Podestà cerca di conquistare ancora la ragazza, ignorando la presenza del misterioso mendicante. In quel momento arriva anche Giorgio, servo del Podestà, che gli porta un identikit di un ricercato: come temono Ninetta e suo padre, è l'identikit di Fernando Villabella. Fortunatamente, siccome al Podestà mancano agli occhiali, Ninetta, leggendo, s'inventa che il ricercato sia un giovane biondo e robusto, e non un uomo adulto dell'età di suo padre. Il Podestà, finita la lettura, cerca ancora di sedurre Ninetta, scatenando le ire di Fernando che gli intima di rispettarne l'innocenza e la bontà (Non so quel che farei): il Podestà, infuriato, si allontana, meditando vendetta.

    Ninetta intanto accompagna il padre al nascondiglio, lasciando incustodite le posate: in questo momento di assenza, la gazza ladra addomesticata dell...

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    Last Post by marcel53 il 18 Dec. 2017
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  7. COME UN BEL DI DI MAGGIO
    ANDREA CHENIER

    By mameli11 il 7 Dec. 2017
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    AMICI

    CI E GRADITO PORTARE AL VOSTRO ASCOLTO ALCUNI BRANI DI GRANDE PREGIO TRATTI DA QUESTA BELLISSIMA OPERA
    CHE UMBERTO GIORDANO HA MUSICATO PER LASCIARE A NOI LA GIOIA DELL'ASCOLTO
    VOCI DI INTERPRETI DIVERSI MA DI GRANDE QUALITA' E PREGIO











    QUESTA SERA VERRA'INAUGURATA LA STAGIONE OPERISTICA DELLA SCALA DI MILANO
    CHI NON PUO' PER MOTIVI DIVERSI PRESENZIARE PUO ASCOLTARE I BRANI MIGLIORI DI QUESTA OPERA


    BUON ASCOLTO


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    Edited by mameli11 - 7/12/2017, 11:46
    Last Post by mameli11 il 7 Dec. 2017
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  8. Andrea Chénier
    Umberto Giordano© TESTO E FOTO SONO STATI TRATTI DAL WEB

    By marcel53 il 6 Dec. 2017
    +1   -1    0 Comments   13 Views
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    Andrea Chénier è un'opera lirica in quattro quadri (“dramma di ambiente storico”) di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, ispirata alla vita del poeta francese André Chénier (1762-1794) all'epoca della rivoluzione francese. Il personaggio di Carlo Gérard è ispirato al rivoluzionario Jean-Lambert Tallien.

    È la più famosa opera lirica di Giordano e, assieme alla Fedora, è ancora oggi in repertorio.

    La prima assoluta dell’opera, diretta da Rodolfo Ferrari, è andata in scena al Teatro alla Scala di Milano il 28 marzo 1896. Giuseppe Borgatti prese il posto del tenore designato Alfonso Garulli, anche se non era al massimo delle sue potenzialità; ma anche grazie al soprano Evelina Carrera ed al baritono Mario Sammarco, fu un grande successo.


    Trama
    QUADRO I
    L'azione si svolge nella serra del Castello di Coigny. Nonostante la rivoluzione francese sia già alle porte, la vita della nobiltà francese prosegue immutata e serena. La contessa di Coigny intende dare una festa nel suo castello. Il giovane servitore Gerard è intento ad addobbare la serra per la festa imminente e rimugina fra sé il disprezzo per i padroni. L’unico membro della famiglia che è oggetto del suo odio è la contessina Maddalena, della quale è segretamente innamorato. Alla festa prende parte il poeta Andrea Chénier che subisce le critiche di Maddalena poiché non scrive poesie alla moda. Il giovane difende con forza i suoi ideali contro i costumi corrotti dell'epoca, che stanno portando la società alla decadenza, e scongiura Maddalena, dalla cui giovinezza è rimasto colpito, rispettare di più un sentimento gentile come l'amore, ormai disprezzato dalla società. Maddalena, colpita dalle parole di Chénier, si scusa con il giovane. Inizia la festa, ma viene interrotta poco dopo dall'ingresso di un gruppo di mendicanti che Gerard ha fatto entrare. La contessa rimprovera il suo servo che, offeso, si toglie la livrea e si allontana con i suoi amici poveri. La festa riprende e gli invitati danzano la gavotta.
    QUADRO II
    Si svolge a Parigi nelle vicinanze del ponte Peronnet nel periodo del terrore di Robespierre. Chénier, diventato un bersaglio del governo rivoluzionario, viene continuamente pedinato da un "Incredibile" messogli alle costole da Gerard, divenuto ormai un capo della rivoluzione. Una donna sconosciuta gli scrive da tempo chiedendo protezione. E’ Maddalena di Coigny, la cui madre è stata uccisa dai rivoluzionari, che è costretta a vivere nascosta e ridotta in povertà. Le offre aiuto la serva mulatta Bersi che si prostituisce per guadagnare dei soldi per sé e per l'ex padrona. Chénier viene invitato dall'amico Roucher a partire per evitare di essere catturato...

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    Last Post by marcel53 il 6 Dec. 2017
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  9. “La donna del lago”opera di Rossini–La storia l’analisi ed il video dell’opera completa alla Scala-
    dal web

    By marcel53 il 30 Oct. 2017
    +1   -1    0 Comments   19 Views
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    “La donna del lago”, un’opera lirica di Gioachino Rossini
    su libretto di Andrea Leone Tottola, è certo un capolavoro
    anche se la sua storia ha avuto un difficile percorso.


    Il soggetto deriva dal poema La donna del lago
    (The Lady of the Lake) di Walter Scott,
    pubblicato nel 1810.


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    Antonio Rossini (Pesaro 29.2.1792 – Parigi, 13.11.1868)


    La prima rappresentazione è del 24 ottobre 1819
    al teatro San Carlo di Napoli, ma con scarso successo.

    Andò meglio nelle repliche
    ed ebbe un bel successo in vari teatri del mondo.


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    Ma ben presto, già nella 2° parte dell’800,
    scomparve dai loro repertori.

    Ritornò, ma rimaneggiata, sulle scene nel 1958
    a Firenze al Teatro della Pergola.


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    Successivamente, con la scoperta dell’edizione critica
    e l’avvento del Rossini Opera Festival fu finalmente ripristinata.

    La rappresentazione del 1981 a Pesaro diretta da Maurizio Pollini
    secondo la versione ripristinata andò bene
    e da allora l’opera è eseguita con buona regolarità.


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    Ma ora è giunta l’ora di ascoltarla e vederla…
    in questo video nella sua versione completa eseguita
    al Teatro della Scala di Milano nel 1992.


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    MAMELI MARCEL ROSANNA

    Last Post by marcel53 il 30 Oct. 2017
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  10. Orestea
    dal web

    By marcel53 il 22 June 2017
    +1   -1    0 Comments   23 Views
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    Agamennone. Alla caduta di Troia, Agamennone torna ad Argo. Alla notizia dell'imminente rientro del re, il coro dei vecchi Argivi innalza una preghiera a Zeus e manifesta i suoi cattivi presentimenti: Agamennone ha sacrificato la figlia Ifigenia, prima di partire per Troia. Quale destino lo aspetta al suo ritorno? Clitemnestra, la moglie di Agamennone, finge di essere felice, ma durante la sua assenza è diventata amante di Egisto, con il quale ha deciso di assassinare il re, per impadronirsi del potere oltre che per liberarsi del marito. Tra i prigionieri di guerra di Agamennone c'è la profetessa Cassandra, figlia di Priamo, che rifiuta gli inviti di Clitemnestra a entrare nel palazzo e, invasata dal dio Apollo, prevede davanti ai vecchi Argivi sbigottiti fatti imminenti di sangue e la propria fine. Infatti, quando entrerà nel palazzo, vi troverà la morte insieme ad Agamennone per mano di Clitemnestra e di Egisto. Clitemnestra ed Egisto difendono il loro gesto come un atto di giustizia, mentre il coro minaccia la vendetta del figlio di Agamennone, Oreste.

    Nella seconda tragedia, Le coefore (cioè ‘le portatrici di libagioni funerarie’) Oreste, figlio di Agamennone torna ad Argo, spinto dal dio Apollo, per vendicare la morte del padre. Sul tumulo di Agamennone incontra la sorella, Elettra, furente di desiderio di vendetta contro la madre. L’incontro dei due alla presenza del coro di coefore è toccante e prelude al movimentato scontro tra Oreste e sua madre Clitemnestra. Oreste si presenta al palazzo di Argo sotto le spoglie di un viandante. Accolto nel palazzo uccide Egisto, l’amante della madre, e poi, dopo un attimo di esitazione di fronte alle preghiere materne, anche Clitemnestra. I due cadaveri appaiono in scena in modo simmetrico all’apparizione dei cadaveri di Agamennone e Cassandra.

    La terza tragedia, Le Eumenidi (cioè ‘divinità della benevolenza’) inizia nel tempio di Apollo a Delfi, dove Oreste giace spossato dal cammino e ancora sporco del sangue materno. Gli stanno sempre appresso le Erinni ‘spiriti della vendetta’ della madre, che vogliono punirlo per il suo delitto. Apollo caccia le Erinni e consiglia a Oreste di recarsi ad Atene per cercare salvezza nel tempio di Atena. Ad Atene assistiamo ad un vero e proprio processo giudiziario. Atena chiama a giudicare Oreste i migliori cittadini, istituendo così il tribunale dell’Areopago. Apollo difende Oreste affermando che ha fatto il suo dovere vendicando la morte del padre. Le Erinni lo accusano affermando che in nessun caso avrebbe dovuto uccidere la madre. Si vota. Atena vota per ultima e stabilisce che in caso di parità l'imputato sarà assolto. Al termine della conta, la dea emette il verdetto: "Quest&...

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    Last Post by marcel53 il 22 June 2017
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