Noi con Voi

  1. Non solo Fb e Twitter, ecco le app Lite
    dal web

    By marcel53 il 14 July 2019
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    (ANSA) - ROMA, 10 LUG - Le applicazioni che spopolano sugli smartphone occidentali si fanno a misura dei mercati in via di sviluppo, dove i telefoni e le connessioni sono meno performanti. A seguire questa strada, già percorsa da superstar come Facebook, Twitter e Instagram, sono in questi giorni altre due app di rilievo: Spotify, la piattaforma più usata al mondo per ascoltare musica in streaming, e il colosso degli incontri amorosi Tinder.
    Tinder ha già manifestato l'intenzione di espandersi in Asia.
    Una passo in questa direzione è il lancio di Tinder Lite, la versione leggera della sua app. Sullo smartphone occupa 25 volte meno spazio rispetto all'originale, consuma meno batteria e meno traffico dati, ma non rinuncia allo "swipe", cioè il gesto di scorrere col dito verso destra o sinistra se si apprezza oppure no la foto della persona che appare sullo schermo. Tinder Lite arriverà nelle prossime settimane in Vietnam, per poi essere lanciata nel Sudest asiatico e in America meridionale.
    Anche Spotify ha appena rilasciato una versione leggera.
    Spotify Lite è disponibile in 36 Paesi tra Asia, Africa, Medio Oriente e America latina. Funziona su smartphone Android anche con sistema operativo molto vecchio, occupa appena 10 MB di spazio contro i 100 MB della versione originale, e consente di impostare un limite al traffico dati, raggiunto il quale si riceve una notifica, in modo da evitare brutte sorprese in bolletta.
    Tinder e Spotify vanno a ingrossare le fila delle app Lite, dove sono già presenti anche Gmail, Google e Google Maps, YouTube, Messenger e Skype.(ANSA).


    Software
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    Last Post by marcel53 il 14 July 2019
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  2. Arriva il 5G: ci cambierà la vita come accadde con... 1G, 2G, 3G e 4G?
    dal web

    By marcel53 il 24 Feb. 2019
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    Apparentemente è solo una sigla: un numero seguito da una G, che ogni tot anni fa capolino sui media: 1G, 2G, 3G, 4G... Leggendo su internet e sui giornali vi sarete accorti che adesso è il turno del 5G ("Arriva il 5G!"), cioè della quinta generazione dei sistemi di telefonia mobile. Da noi se ne sente parlare molto perché l'Italia è uno dei Paesi europei più avanti nella sperimentazione, tra i primi ad aver avviato test nelle città. Ad oggi gli operatori stanno sperimentando il 5G a Milano, Prato, L’Aquila, Bari, Matera, Torino, Roma, Cagliari, Catania, Lecce e Livorno. Ma bisognerà attendere il 2020 per l’apertura delle reti finora sperimentate privatamente. Negli Stati Uniti, in Corea e Cina invece avranno il 5G entro dicembre.



    OCCHIO ALLA CINA! Perché fa tanto discutere? Ci sono innazitutto ragioni politiche: il principale fornitore mondiale di apparecchiature per telecomunicazioni e capofila nella costruzione delle prime reti 5G è infatti la cinese Huawei, circostanza che ha spinto Usa, Germania e Gran Bretagna a esprimere, in forme diverse, i timori che un domani l'intelligence cinese possa - attraverso queste reti - agevolmente accedere ai dati riservati di cittadini europei.



    Inoltre, come ogni generazione che lo ha preceduto, il 5G, è anche la scintilla di una rivoluzione culturale, che già fa sognare con le sue promesse mirabolanti: il nuovo standard di comunicazione sarà quello che permetterà alle auto a guida automatica di muoversi, lo sviluppo della cosiddetta e-health (in Cina un chirurgo qualche giorno fa ha utilizzato la rete di nuova generazione per operare con due braccia robot a 50 km di distanza), dell’intelligenza artificiale e di robot come T-HR3, il robot di Toyota, che si potrà controllare a 10 km di distanza grazie a un visore 3D. Potrebbero arrivare anche i primi droni corrieri.



    In passato, si diceva, ogni volta che il numerino che precede la G ha prodotto uno scatto nel... contatore, ha portato con se aspettative che travalicano i semplici aspetti tecnologici. È così dai primi protocolli di reti cellulari, come il TACS, che segnò il lancio in Italia nel 1990 dei primi cellulari business. Da lì in poi è stato un crescendo. Ecco come l’avvento di ogni nuovo standard di rete, più o meno una volta ogni decennio, ci ha cambiato la vita.



    ANNI 80/90: L'1G. La definizione di prima generazione gli è stata appiccicata solo in seguito, quando 1G fu archiviato per far posto allo standard digitale GSM o 2G. Le prime reti di telefonia mobile, sviluppate a partire dalla metà degli anni 80, si basavano infatti su una tecnologia di trasmissione analogica. Questo non ...

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    Last Post by marcel53 il 24 Feb. 2019
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  3. Aeroplani senza pilota, la sfida è l'intelligenza artificiale
    dal web

    By marcel53 il 20 Jan. 2019
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    (ANSA) - Con il pilota automatico sugli aerei che non è più una novità ormai da anni, la prossima sfida per i produttori è quella di portare l'intelligenza artificiale alla guida dei propri velivoli. "E' quello a cui stiamo guardando, l'intelligenza artificiale, per liberare i piloti dai compiti più banali e ripetitivi", ha dichiarato il Chief Technology Officer di Airbus, Grazia Vittadini, secondo quanto riporta Bloomberg.
    Le prime linee che guidano i gruppi del settore, spiega l'agenzia statunitense, sebbene restii a parlarne, trarrebbero beneficio da velivoli a guida autonoma, per una riduzione dei costi e per la gestione del numero sempre minore di piloti qualificati.
    Ma la sfida più grande per i produttori come Airbus è convincere le autorità di regolazione ad approvare questa tecnologia: "spiegare l'A.I. è una sfida dura per noi, soprattutto quando arriviamo al momento della certificazione di prodotto".(ANSA).


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    Last Post by marcel53 il 20 Jan. 2019
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  4. Over 55 a loro agio con smartphone e social network
    dal web

    By marcel53 il 2 Oct. 2018
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    Le nuove tecnologie non spaventano gli over 55 che si rivelano invece a loro agio con social network e smartphone, e in particolare quelli italiani si dimostrano i più connessi, con il 76% che si collega a internet più volte al giorno. E' quanto emerge da una ricerca su 'Smart ageing. La tecnologia non ha età'presentata a Firenze nell'ambito del Wired Next Fest.

    Promossa da Amplifon e condotta da Ipsos, l'indagine analizza il rapporto che gli over 55, la cosiddetta 'silver generation', di cinque Paesi del mondo (Italia, Stati Uniti, Francia, Germania e Australia) hanno con la tecnologia. In particolare, i senior italiani risultano inseparabili dal proprio smartphone (76%) e primeggiano per l'uso dei social network (il 76% ha almeno un account). Il pc portatile è usato dal 63% di loro e il tablet dal 41%.

    Per il 78% dei connazionali più maturi la tecnologia permette di semplificare la vita, per l'83% consente di fare cose che prima non si riuscivano a fare e per oltre un terzo può migliorare la salute (35%). Chattare è l'attività principale: quasi 9 intervistati su 10 hanno installato whatsapp (87% vs 76% dei tedeschi e 27% dei francesi) e oltre 4 su 10 messenger. Le app sono poi indispensabili per consultare il meteo (62%), navigare su Facebook (54%) e trovare le indicazioni stradali (53%), ma anche per le leggere le ultime notizie (40% vs 28% dei francesi e appena 22% dei tedeschi) e fare acquisti online (30% vs 26% degli statunitensi e 17% degli australiani e dei tedeschi).

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    Last Post by marcel53 il 2 Oct. 2018
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  5. Facebook: Wsj; rischia multa 1,63 mld dlr in Ue per dati
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    By marcel53 il 2 Oct. 2018
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    Facebook rischia in Europa una multa fino a 1,63 miliardi di dollari per l'attacco hacker che ha colpito almeno 50 milioni di account mettendo a rischio i dati personali degli utenti. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che la commissione per la tutela dei dati irlandese, che è l'autorità primaria per la privacy per Facebook, ha chiesto nei giorni scorsi maggiori informazioni sulla natura e sulla portata dell'attacco. La multa scatterebbe se le autorità rinvenissero che Facebook ha violato le norme sulla privacy europee.

    ''Preoccupa che l'attacco è stato scoperto martedì e ha colpito milioni di account ma Facebook non è in grado di chiarire la sua natura e i rischi esistenti al momento per i suoi clienti'' affermano le autorità irlandesi.

    "Il problema non è la password. Il problema è il sistema", "il problema è il modo in cui Facebook presenta i dati e li rende accessibili". Così Christopher Wylie il whistleblower dietro allo scandalo Facebook-Cambridge Analytica, nel suo intervento al Wired Next Fest a Firenze qualche giorno fa. "All'inizio il mio ruolo era quello di esplorare nuovi modi di portare online le tattiche militari - ha raccontato parlando della sua esperienza in Cambridge Analytica nella profilazione delle persone su facebook -, focalizzandomi su azioni antiterrorismo". Ma la stessa tecnica può essere utilizzata per influenzare le campagne elettorali perché "in guerra non ti preoccupi della libertà del tuo nemico, manipolarlo non è un problema. In democrazia la capacità di distinguere il vero dal falso è fondamentale per compiere scelte informate".





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    Last Post by marcel53 il 2 Oct. 2018
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  6. Boom della casa smart, mercato a +31% nel 2018
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    By marcel53 il 2 Oct. 2018
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    La casa del futuro sarà sempre più smart. Il mercato mondiale dei dispositivi domestici connessi crescerà del 31% quest'anno, raggiungendo i 643,9 milioni di dispositivi commercializzati. Lo prevedono gli analisti di Idc, che prendono in esame l'intero settore: smart speaker, prodotti per l'intrattenimento audiovisivo, luci connesse, termostati 'intelligenti' e prodotti per la sicurezza e il controllo della casa.

    Stando agli esperti, il mercato continuerà a mantenere un buon andamento negli anni successivi. Le vendite raggiungeranno gli 1,26 miliardi di unità nel 2022, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 20,8%. La categoria in più rapida espansione sarà quella degli smart speaker, come Google Home e Amazon Echo. La domanda globale degli altoparlanti passerà infatti dai quasi 100 milioni di dispositivi nel 2018 a 230,5 milioni nel 2022, con un Cagr del 39,1%.

    A livello di volumi, la parte del leone si registra nell'area tv. E' il segmento che va dalle smart tv al Chromecast di Google e all'Apple Tv, e che occupa il centro del salotto. Il mercato, dicono gli analisti, passerà dai 310,5 milioni di unità nel 2018 a 457,5 milioni nel 2022, con un Cagr del 10,9%.


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    Last Post by marcel53 il 2 Oct. 2018
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  7. Facebook: attacco hacker frutto di tre vulnerabilità
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    By marcel53 il 30 Sep. 2018
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    A poche ore dall'annuncio dell'attacco hacker che ha compromesso 50 milioni di profili, mentre altri 40 milioni sono stati reimpostati a scopo cautelativo, Facebook fornisce maggiori dettagli tecnici. "La vulnerabilità è stato il risultato della combinazione di tre bug distinti", spiega Pedro Canahuati, Vice Presidente Engineering, Security e Privacy del social network che parla di "attori esterni", senza aggiungere altre informazioni.

    Le tre vulnerabilità riguardano la funzione 'Visualizza come', che consente ad un utente di vedere come appare il proprio profilo all'esterno; la nuova versione del caricamento video introdotta dalla piattaforma a luglio 2017 che a sua volta ha generato in modo errato un token di accesso con le autorizzazioni dell'app Facebook per i dispositivi mobili. Un token di accesso è in pratica una chiave digitale che permette di eseguire il log-in di Facebook senza dover reinserire la propria password ogni volta. Rubarlo significa potersi sostituire ad un utente.

    "La combinazione di questi tre bug è diventata una vulnerabilità - aggiunge Canahuati - gli aggressori sono quindi stati in grado di passare da un singolo token di accesso ad altri account, eseguendo le stesse azioni e ottenendo ulteriori token di accesso".

    "Per proteggere gli account delle persone, abbiamo risolto la vulnerabilità - ribadisce il manager della piattaforma -. Abbiamo anche reimpostato i token di accesso dei quasi 50 milioni di account che sappiamo essere interessati e abbiamo anche preso il provvedimento cautelativo di reimpostare i token di accesso per altri 40 milioni di account che hanno usato la funzione Visualizza come nell'ultimo anno. Infine, abbiamo temporaneamente disattivato questa funzione mentre stiamo eseguendo un'analisi approfondita della sicurezza".

    "L'attacco hacker a Facebook è preoccupante. Si tratta di una problematica non di grande sofisticatezza e la falla si poteva evitare. Dopo il caso Cambridge Analytica, Facebook da' l'idea di non gestire la privacy degli utenti": è questo il parere di Gabriele Faggioli, responsabile dell'Osservatorio Information Security del Politecnico di Milano e presidente del Clusit, sulla cyber aggressione alla società di Mark Zuckerberg che ha compresso 50 milioni di account, mentre altri 40 milioni sono stati reimpostati a scopo cautelativo.

    Nel mirino degli hacker i 'token' di accesso, una specie di passepartout che consente di identificare un utente, di entrare nel profilo e di assumere al sua identità. "Difficile dire al momento quali siano i dati rubati da...

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    Last Post by marcel53 il 30 Sep. 2018
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  8. In Australia baby hacker viola sistemi Apple
    dal web

    By marcel53 il 30 Sep. 2018
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    Ha evitato il carcere l'adolescente australiano condannato per aver violato dei sistemi di Apple per due anni, scaricando file protetti e facendo scattare indagini dell'Fbi. Il tribunale dei minori di Melbourne ha stabilito che non sia registrata alcuna condanna a suo carico e che sia sottoposto a libertà vigilata per otto mesi. E' stato dichiarato in tribunale che il giovane, che ora ha 19 anni ma al tempo dell'hackeraggio ne aveva 16, è ora studente universitario e studia criminologia e cybersicurezza.

    Il giovane, che è ben conosciuto nella comunità degli hacker ma non può essere identificato in quanto imputato minorenne, era accusato di aver penetrato l'elaboratore centrale del colosso tech da casa sua in un sobborgo di Melbourne. E di aver scaricato 90gb di file sicuri e acceduto a conti di clienti.

    Quando la Apple ha scoperto che qualcuno accedeva nella sua rete senza autorizzazione, ha bloccato l'utente e si è rivolta all'Fbi, che ha poi contattato la polizia federale australiana.

    Secondo l'accusa, il pirata informatico aveva sviluppato "tunnel computerizzati e sistemi di bypass online" che ne assicuravano l'anonimia e usava "chiavi autorizzate" per accedere inosservato. La Apple dal canto suo ha assicurato che i dati personali dei clienti non sono stati compromessi. "In questo caso, le nostre squadre hanno prontamente scoperto l'accesso non autorizzato, lo hanno contenuto, e hanno riportato l'incidente alle forze dell'ordine", ha dichiarato in un comunicato letto in corte.

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    Last Post by marcel53 il 30 Sep. 2018
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  9. Dating online, si osa di più in ricerca
    dal web

    By marcel53 il 17 Aug. 2018
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    Non esistono potenziali partner fuori dalla nostra portata. Perlomeno non nel dating online dove, non tutti ma una considerabile parte di persone, si osa di più e si tende a corteggiare una persona più attraente (del 25% più desiderabile per l'esattezza). Lo rileva una ricerca dell'Università del Michigan, pubblicata su Science Advances, che punta gli occhi su una realtà sempre più in crescita anche in Italia, quella proprio degli appuntamenti online, che secondo un report del Centre for Economics and Business Research commissionato da Meetic, vede in Italia 9 milioni (8,9 per l'esattezza) di iscritti, i più attivi in Europa.
    Un team di sociologi ha analizzato i messaggi scambiati su un sito di incontri gratuito da oltre 92mila donne e 94mila uomini a New York, Boston, Chicago e Seattle, stabilendo un algoritmo della desiderabilità grazie a Internet, utilizzando un modello simile a quello che consente di stabilire la popolarità di una pagina web. Dalla ricerca è emerso che la costanza paga (fino al 21% di chi aspira a un partner più desiderabile riesce a stabilire un contatto) ma anche la semplicità. Niente messaggi lunghi, 'papiri'(come magari si sarebbe tentati di fare), ma un semplice 'Ehi, ciao' può bastare per iniziare un dialogo. Infine, lo studio ripropone quello che sembra uno stereotipo duro a morire: gli uomini sono più desiderabili a 50 anni, quando vengono percepiti come realizzati. Per le donne dopo i 18 anni la desiderabilità cala. Se le si corteggia, poi, meglio non esagerare con i complimenti.(ANSA).


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    Last Post by marcel53 il 17 Aug. 2018
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  10. Smartphone a lezione: il conto si paga agli esami
    dal web

    By marcel53 il 11 Aug. 2018
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    Ultimamente vi siete lamentati della memoria che fa cilecca? Gli effetti degli smartphone sull'apprendimento si fanno sentire nel lungo periodo.



    Gli studenti universitari ottengono voti d'esame inferiori del 5% almeno, se hanno accesso al cellulare durante la lezione. Secondo un nuovo studio pubblicato su Educational Psychology, gli effetti di un'attenzione distribuita tra la lezione e un device come smartphone o tablet non si vedono nell'immediato, ma nell'apprendimento a lungo termine. Non solo: l'influenza negativa si estende all'intera classe, e investe anche chi non ha utilizzato i cellulari direttamente.





    INDAGINE TRA I BANCHI. A indagare le ripercussioni di un'attenzione frammentata, sempre più rivolta allo schermo tra le nostre dita, sulla memoria a lungo termine è uno studio della Rutgers University (USA) compiuto direttamente nelle aule dell'ateneo. L'esperimento ha coinvolto 118 studenti di psicologia cognitiva durante un trimestre di corsi. La metà di essi non ha avuto accesso al cellulare per tutte le lezioni del periodo studiato, l'altra metà ha potuto utilizzarlo durante le spiegazioni, e ha dovuto specificare a parte, in un questionario, se l'aveva guardato per scopi non accademici mentre i professori parlavano.



    L'accesso allo smartphone non ha inciso sui punteggi nei test di comprensione effettuati durante la lezione stessa. Ma evidentemente ha influito sulla memoria a lungo termine e sull'efficacia dell'apprendimento, perché, agli esami finali, i voti degli utilizzatori sono stati inferiori almeno del 5% (cioè di mezzo punto in una scala da 1 a 10) rispetto a quelli delle classi in cui i cellulari erano banditi. Gli smartphone hanno inciso negativamente anche sulle performance dei non utilizzatori diretti: hanno insomma distratto l'intero ambiente di lavoro.



    UN PASSAGGIO SALTATO. La scoperta, scrivono gli scienziati, dimostra per la prima volta che l'effetto principale dell'attenzione distribuita (divided attention) in una classe non si manifesta, nell'immediato, sulla comprensione, ma ha un'influenza a lungo termine sulla ritenzione dei ricordi. Dato ancor più preoccupante, l'effetto sull'apprendimento nel lungo periodo si è manifestato anche in assenza di un effetto immediato sulla comprensione.





    Last Post by marcel53 il 11 Aug. 2018
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