Noi con Voi

  1. LE STELLE – Ecco le poesie.. i dipinti.. le canzoni e gli aforismi.. dedicati a loro
    dal web

    By marcel53 il 5 Aug. 2018
    +1   -1    0 Comments   1,291 Views
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    Oltre ad abbellire i cieli notturni
    le stelle da sempre parlano ai cuori dei poeti…
    dei naviganti, degli innamorati e dei sognatori.

    Inoltre, in senso reale e figurato,
    le brillanti lucine
    ci donano pensieri di luminosi… e di sogno.




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    LE STELLE IN POESIA ARTE AFORISMI CANZONI E…
    a cura di Tony Kospan©



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    L'astronomia oggi ci svela tante cose
    eppure conservano intatto il loro fascino
    ed il loro (ma anche il nostro) mistero
    come ci dice il sommo Leopardi




    “…e quando miro in cielo arder le stelle;
    dico fra me pensando:
    a che tante favelle?
    che fa l’aria infinita, e quel profondo
    infinito seren? Che vuol dir questa
    solitudine immensa? Ed io che sono?”
    (Canto di un pastore errante dell’Asia, vv. 84-89)




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    Seppur siano molte le poesie che accennano alle stelle,
    tuttavia quelle che le hanno come tema principale
    sono ahimé poche… così come pochi sono su di loro
    aforismi e dipinti (a parte quelli mitici di Van Gogh).


    A volte sento un terribile bisogno
    – oso dire quella parola? – di religione.
    Allora esco fuori, di notte,
    a dipingere le stelle.
    Van Gogh




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    Ma ora ecco qualche altro aforisma
    prima di passare alle poesie…




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    C’è chi si fissa a vedere solo il buio.
    Io prefe...

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    Last Post by marcel53 il 5 Aug. 2018
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  2. Droni, bot, algoritmi: le preoccupazioni degli esperti sul nostro futuro hi-tech
    dal web

    By marcel53 il 27 July 2018
    +1   -1    0 Comments   25 Views
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    Che si tratti di algoritmi, di droni o di robot, in futuro faremo sempre più i conti con sistemi autonomi e "intelligenti", che avranno influenza su quasi ogni aspetto delle nostre vite dal punto di vista economico, sociale e personale. Sembra inevitabile: le nuove tecnologie non fanno che progredire e diventare, per certi versi, più accessibili.



    Questo comporta però anche dei rischi: sempre più osservatori si chiedono infatti, man mano che la tecnologia diventa più invasiva, che impatto potrebbe avere sui diritti umani: dal diritto alla vita alla privacy, dalla libertà di espressione ai diritti sociali ed economici. E dunque: come si possono difendere i diritti umani in un panorama tecnologico sempre più modellato dalla robotica e dall'intelligenza artificiale (AI)?



    DRONI KILLER. Studiosi come Christof Heyns, docente di diritti umani all’università di Pretoria e relatore delle Nazioni Unite, ha espresso in diverse sedi preoccupazione per le leggi, allo studio in alcuni Paesi, che permetterebbero ai droni militari di decidere autonomamente quando colpire un bersaglio, senza un controllo umano da remoto. Questo li renderebbe armi da guerra decisamente più rapide ed efficaci. «Ma, per esempio», si chiede Heyns, «un computer sarà in grado di esprimere un giudizio di valore sul fatto che un gruppo di persone in abiti semplici che portano fucili non siano combattenti nemici, ma cacciatori ? O soldati che si arrendono?”.

    Wikipedia e la guerra segreta contro i Bot
    Anche gruppi come l' International Committee for Robot Arms Control (ICRAC) hanno recentemente espresso la loro preoccupazione con una lettera pubblica per la partecipazione di Google a Project Maven, un programma militare che utilizza l'apprendimento automatico per analizzare i filmati di sorveglianza dei droni: le informazioni così ottenute potrebbero in teoria essere utilizzate per uccidere persone. ICRAC si è appellato a Google per garantire che i dati raccolti dai suoi utenti non vengano mai utilizzati a scopi militari, affiancandosi così alle proteste dei dipendenti della grande G per il coinvolgimento della società nel progetto. Google ha comunque poi annunciato che non rinnoverà il suo contratto.



    ALGORITMI RAZZISTI E SESSISTI. Se da un lato la recente controversia relativa alla raccolta di dati personali da parte di Cambridge Analytica attraverso l'uso di piattaforme di social media come Facebook continua a causare apprensione per manipolazioni e interferenze in occasioni di elezioni, dall'altro gli analisti di dati mettono in guardia su pratiche discriminatorie associate a quello che chiamano il "problem...

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    Last Post by marcel53 il 27 July 2018
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  3. Una finestra sul cosmo: le foto finaliste dell'Astronomy Photographer of the Year
    dal web

    By marcel53 il 25 July 2018
    +1   -1    0 Comments   37 Views
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    < 1/15 > Un mosaico di Orione, l'aurora boreale che si fa largo tra le nuvole, la nostra imponente galassia: l'Insight Investment Astronomy Photographer of the Year, il prestigioso concorso di fotografia astronomica del Royal Observatory Greenwich, è ormai alla sua decima edizione, ma la bellezza delle immagini sembra non cambiare mai. Qui trovate una selezione delle finaliste, scelte tra 4200 foto che gareggeranno in 9 diverse categorie. I vincitori saranno annunciati il 23 ottobre 2018.

    La Via Lattea si allunga nel cielo riflesso dalle acque della Cable Bay, in Nuova Zelanda. L'immagine panoramica è stata ottenuta dall'accostamento di 42 diversi scatti. Il fotografo si è assicurato di operare prima che la luce del giorno, che si intravede in lontananza, inondasse il paesaggio.



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    < 2/15 > Saturno in tutta la sua magnificenza, in un paio di immagini che mostrano la tempesta esagonale polare, lo scuro anello C e la Divisione di Encke, lo spazio vuoto all'interno dell'anello A dovuta alla presenza dell'orbita del piccolo satellite Pan. Il pianeta degli anelli si è mostrato così il 29 luglio 2017 da Canoas, nello stato di Rio Grande do Sul, in Brasile. Per fotografarlo è stato usato un piccolo telescopio e le immagini sono il risultato della sovrapposizione di 4000 frame.
    Gli anelli di Saturno visti da vicino



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    < 3/15 > Rispetto alle "solite" foto di aurore boreali, questa è arricchita dalla presenza della Luna, incastonata nel cielo blu-verde come un gioiello. Dal punto di vista strettamente tecnico, la luce del satellite non permette di ritrarre le Luci del Nord al loro massimo splendore. Ma l'autore di questo scatto realizzato a Haukland, nell'arcipelago delle Isole Lofoten, Norvegia, ha saputo sfruttare l'elemento a suo vantaggio. Le rocce e l'acqua fanno da cornice ideale ai fenomeni celesti.
    8 cose che forse non sapevi sulle aurore polari



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    < 4/15 > Uno scorcio di cielo durante l'esplorazione del "sottopancia" della grande lingua di ghiaccio di Breiðamerkurjökull, sul versante meridionale del ghiacciaio Vatnajökull, in Islanda. Il fotografo ha raccontato di aver voluto trasmettere, in uno scatto, la profonda sensazione di p...

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    Last Post by marcel53 il 25 July 2018
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  4. La tavola periodica è infinita?
    dal web

    By marcel53 il 15 June 2018
    +1   -1    0 Comments   76 Views
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    A 150 anni dalla sua ideazione, la tavola periodica degli elementi continua ad ampliarsi. Nel 2016 sono stati aggiunti 4 nuovi elementi, che hanno completato la 7° riga della tavola, fino all'elemento di numero atomico (Z, il numero di protoni nel nucleo atomico) 118, l'oganesson (prima noto come ununoctium): è questo l'ultimo elemento? La tavola è stata completata?




    L'ultimo elemento della settima riga della Tavola periodica, il 118, dopo l'annuncio della verifica della sua esistenza, quando il nome provvisorio era ununoctium, ossia uno-uno-otto (clicca sull'immagine per ingrandirla). Vedi anche: la nuova tavola periodica degli elementi. | CARLOS CLARIVAN/SCIENCE PHOTO LIBRARY
    Witold Nazarewicz, professore di fisica alla Michigan State University, crede che la tavola non sia ancora finita, ma anche che abbia un limite.



    ALLA RICERCA DELL'IGNOTO. I chimici di tutto il mondo stanno facendo a gara per chi troverà un elemento con più protoni dell'oganesson, che ne ha appunto 118, ma nessuno sa se sia possibile crearlo. Secondo le teorie, potrebbero esistere nuclei atomici ancora più pesanti, con addirittura 184 protoni!



    Per capire se sia possibile "fabbricarli" (negli acceleratori di particelle) e che cosa può succedere alla fisica in presenza di elementi con più di 118 protoni, Nazarewicz ha esplorato i limiti della tavola periodica (lo studio è pubblicato su Nature Physics).

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    La più recente versione della tavola periodica degli elementi, completa fino alla settima riga: c'è già un'ipotesi per i primi due elementi di un'ottava riga, con gli elementi di numero atomico 119 e 120, non ancora confermati dallo IUPAC (clicca sull'immagine per ingrandirla). | ANTONIO CICCOLELLA / WIKIMEDIA


    Gli atomi composti da più di 109 protoni sono detti superpesanti. Elementi instabili, "visti" solo in laboratorio, che esistono per piccole frazioni di secondo. Per Nazarewicz questi strani atomi «abitano un angolo del paesaggio nucleare di cui non conosciamo l'estensione».




    Ricostruzione artistica della collisione tra due stelle di neutroni. | ROBIN DIENEL / CARNEGIE INSTITUTION FOR SCIENCE
    NELLA FUCINA DEL DIO VULCANO. Gli elementi superpesanti vengono prodotti facendo scontrare atomi più piccoli e sperando che si uniscano in un atomo più grande, per esempio nella Facility for Rare Isotope Beams, di cui Nazarewicz è a capo.

    ...

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    Last Post by marcel53 il 15 June 2018
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  5. 30 aprile1986 l’Italia entrava nell’era di Internet e nessuno se ne accorse–Ecco in breve la storia
    dal web

    By marcel53 il 30 April 2018
    +1   -1    0 Comments   22 Views
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    Una storia che ci riguarda da… vicino



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    LA STORIA DELLA NASCITA DI INTERNET IN ITALIA
    Tony Kospan©


    Nasceva in Italia 32 anni fa Internet,
    però ciò accadeva in totale silenzio
    anche a causa dell’effetto mediatico
    del tremendo disastro di Chernobyl di quei giorni.



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    Era il 30 aprile del 1986
    quando partì il segnale da un Istituto del CNR di Pisa, il CNUCE,
    che passando per un cavo telefonico dell’allora SIP
    e poi per la stazione di Italcable di Frascati
    giunse al centro Telespazio di Fucino (Abruzzo) da dove fu “sparato”
    verso il satellite INTELSAT IV
    e da qui dirottato alla stazione satellitare di Roaring Creek in Pennsylvania.



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    Da noi, come dicevo su, non se ne accorse proprio nessuno
    eppure in quel momento l’Italia
    si poneva ai primi posti nel mondo in questo campo.

    Fu in verità emesso anche un Comunicato Ufficiale qualche giorno dopo
    che però non fu preso in gran considerazione da nessun giornale.



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    Lenzini con al suo fianco, a sinistra, Bob Kahn e Vinton Cerf «padri» di Internet



    In verità nemmeno gli autori dell’evento ne capirono l’enorme portata
    dato che non fecero né una foto né un brindisi
    in quanto il direttore del CNUCE, Stefano Trumpy
    (noto per il lancio del primo satellite italiano SIRIO)
    non era quel giorno in ufficio
    e Luciano Lenzini, vero mago delle reti,
    che era poi quello che più si era impegnato per la realizzazione
    era sì in ufficio ma impegnato per altre cose.



    ...

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    Last Post by marcel53 il 30 April 2018
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  6. Perché bisognerebbe scrivere a mano?
    dal web

    By marcel53 il 29 April 2018
    +1   -1    0 Comments   21 Views
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    Una ricerca pubblicata di recente sottolinea che scrivere a mano non è un puro esercizio di stile, ma una pratica che migliora la memoria e la capacità di concentrarsi.



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    Impugnare la penna è un toccasana per la mente. Lo sottolinea una ricerca pubblicata sulla rivista americana Psycological Science, secondo cui scrivere a mano sviluppa la memoria, la concentrazione e la capacità di sintesi.



    . Durante una lezione, gli studiosi hanno messo a confronto due gruppi di studenti: uno prendeva appunti sul pc, l’altro su normali quaderni.


    Il risultato? Chi scriveva a mano, essendo più lento, non appuntava tutto ed era costretto a selezionare le informazioni importanti, memorizzandole meglio. Era inoltre più concentrato dei colleghi, distratti da Internet.



    Riconoscendo quindi i benefici della scrittura tradizionale, l’Università di Harvard impone di svolgere alcune esercitazioni scrivendo a mano, mentre in Italia già si celebra una “giornata nazionale della scrittura a mano” (23 gennaio).

    Last Post by marcel53 il 29 April 2018
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  7. L’Etna si sta spostando un po’ verso il mare
    dal web

    By marcel53 il 27 Mar. 2018
    +1   -1    0 Comments   31 Views
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    L’Etna, il vulcano in provincia di Catania che è il più alto vulcano attivo d’Europa, si sta spostando lentamente verso il mare secondo uno studio realizzato da scienziati britannici e francesi e pubblicato sulla rivista Bulletin of Volcanology. Lo spostamento, misurato con nove osservazioni fatte tra il 2001 e il 2012, sarebbe impercettibile nella quotidianità: in media 14 millimetri all’anno, pari a 1,4 metri ogni cento anni. Per John Murray, il primo autore dello studio, che ne ha parlato con BBC, lo spostamento del vulcano non indica che ci si debba preoccupare, ma è una cosa di cui gli scienziati dovrebbero tenere conto nei loro studi, quelli con cui si rileva la possibile imminenza di un’eruzione, controllando che non ci siamo accelerazioni.

    Murray ha spiegato che se nei prossimi dieci anni lo spostamento medio dovesse raddoppiare rispetto ai 14 millimetri misurati dal 2001 al 2012, gli scienziati dovrebbero considerarlo un avvertimento.

    Eugenio Privitera, direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è però perplesso sui metodi e il risultato dello studio. Ha spiegato al Post che è vero che c’è uno spostamento verso il mare, ma secondo i rilevamenti dell’INGV riguarda solo il lato orientale del vulcano, e non l’intera montagna come dice lo studio. Tale spostamento è simile a quello di molti altri vulcani che si trovano lungo una costa: i lati dei vulcani rivolti verso il mare non hanno altri rilievi a fare da contrafforte alla loro espansione orizzontale, per questo sono più liberi di muoversi, più svincolati. Sono però movimenti lentissimi, in cui avvengono serie di aggiustamenti successivi: per questo non causano una maggiore fragilità del versante rivolto verso il mare o un maggior rischio di frane, dice Privitera.

    Le sue perplessità sulle modalità di realizzazione dello studio riguardano la parzialità dei dati usati per spiegare il movimento del vulcano e il fatto che i ricercatori britannici e francesi non abbiano citato le più recenti pubblicazioni in materia fatte dai vulcanologi italiani.

    Ad ANSA Privitera aveva precisato: «Se tutto il vulcano scivolasse, si manifesterebbero tutta una serie di fenomeni, che noi nelle nostre continue osservazioni non abbiamo visto; (…) se si fosse manifestato un tale fenomeno, le attuali tecniche di rilevamento radar satellitare (InSAR, Interferometric Synthetic Aperture Radar), che permettono di misurare con estrema precisione lo spostamento della superficie del vulcano, lo avrebbero certamente registrato».

    Last Post by marcel53 il 27 Mar. 2018
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  8. Giornata della Terra, cos’è e quali sono i consigli
    dal web

    By marcel53 il 22 April 2017
    +1   -1    3 Comments   40 Views
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    La Giornata della Terra (Earth Day in inglese) è oggi, ed è la più conosciuta e rilevante manifestazione mondiale sull’ecologia e la protezione dell’ambiente. La Giornata della Terra di quest’anno cade lo stesso giorno della “March for Science”, una marcia organizzata in oltre 500 città del mondo allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sulla ricerca scientifica e le opportunità che offre. La Giornata della Terra fu indetta per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 1970, seguendo gli intenti del movimento ecologista degli Stati Uniti, che aveva deciso di fissarla per il 22 aprile. È un momento di festa, ma anche un’occasione per informare sullo stato dell’ambiente e dare consigli su come inquinare meno e preservare gli ecosistemi.

    Tra gli ideatori della Giornata della Terra negli anni Sessanta ci fu il senatore Democratico statunitense Gaylord Nelson, che aveva già organizzato una serie di incontri e conferenze dedicati ai temi dell’ambiente. Tra gennaio e febbraio del 1969 a Santa Barbara, in California, ci fu uno dei più gravi disastri ambientali degli Stati Uniti, causato dalla fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Unione Oil: l’incidente portò Nelson a occuparsi in modo più attento e continuativo delle questioni ambientali, per portarle all’attenzione dell’opinione pubblica, ricalcando quanto avevano fatto i movimenti di protesta contro la guerra del Vietnam.

    Il 22 aprile 1970 si tenne la prima Giornata della Terra, cui parteciparono milioni di cittadini statunitensi, con il coinvolgimento di migliaia di college, università e altre istituzioni accademiche, associazioni ambientaliste. Fu anche istituito l’Earth Day Network (EDN), un’organizzazione diventata poi internazionale per coordinare le iniziative dedicate all’ambiente durante tutto l’anno (dell’EDN fanno ora parte migliaia di movimenti e associazioni da tutto il mondo).

    Considerato il successo e l’interesse intorno alla Giornata della Terra, l’anno seguente le Nazioni Unite ufficializzarono la partecipazione all’organizzazione, dando nuova visibilità e rilievo all’iniziativa. In oltre 45 anni, la Giornata della Terra ha contribuito in modo determinante allo svolgimento di iniziative ambientali in tutto il mondo che, nel 1992, portarono all’organizzazione a Rio de Janeiro del cosiddetto Summit della Terra, la prima conferenza mondiale dei capi di stato sull’ambiente. Da allora la Giornata della Terra è anche diventata l’occasione per divulgare informazioni scientifiche, e rendere più consapevoli le persone, sui rischi che comporta il riscaldamento globale e sulle soluzioni che possono essere adottate per contrastarlo.
    Consigli per la Giornata della Terra

    L’adozione di nuove politiche e accord...

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    Last Post by marco ces il 23 April 2017
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  9. QUANTO TEMPO ABBIAMO PER SALVARE LA TERRA?
    dal web

    By marcel53 il 19 April 2017
    +1   -1    0 Comments   18 Views
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    L'Earth day (la giornata della Terra) del 22 aprile si sta avvicinando e proprio in questi giorni ha detto la sua Jared Diamond, noto studioso di antropologia, biologia e geografia: «Di questo passo la Terra per come la conosciamo potrebbe sparire entro trent'anni. Ma abbiamo gli strumenti per salvarla». Leggi in che modo!

    Entro tre decenni l'uomo potrebbe aver danneggiato irreparabilmente il nostro pianeta. Sembra un avvertimento da film catastrofico dove alla fine tutto si risolve come per miracolo, ma a parlare non è un attore ma l'eminente studioso Jared Diamond
    Allarme rosso!
    Diamond, biologo, geografo, linguista ed ornitologo (cioè studioso degli uccelli) ha vinto nel 1998 l'ambitissimo Premio Pulitzer grazie al suo saggio Armi, acciaio e malattie e da decenni studia il comportamento delle civiltà umane in relazione all'ambiente in cui vivono.
    Nei giorni precedenti all'International Earth Day che si celebra ogni 22 aprile in 193 Paesi, il dott. Diamond ha rilasciato un'intervista al quotidiano la Repubblica, mostrando tutta la sua preoccupazione per la situazione della nostra malandata Terra.

    «Abbiamo trent’anni per evitare la catastrofe - dice a la Repubblica - Entro tre decenni potremmo aver completamente distrutto la Terra. Ma ci sono già gli strumenti per correggere la rotta, quella che manca è solo la volontà politica».

    Devono essere i Governi dunque a rimboccarsi le maniche e attuare soluzioni efficaci per limitare l'inquinamento, il disboscamento e la caccia incontrollata alle risorse animali
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    Come?
    I più grandi Paesi industrializzati (U.S.A e Cina), producono da sole il 34% delle emissioni inquinanti mondiali, ma i dati calerebbero drasticamente se si cominciassero ad usare in modo diffuso energie alternative come quella solare, la cui tecnologia è già abbastanza avanzata per soppiantare gradualmente il petrolio.

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    Last Post by marcel53 il 19 April 2017
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  10. La scienza della fila
    dal web

    By marcel53 il 18 April 2017
    +1   -1    0 Comments   15 Views
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    Adrian Furnham è professore di psicologia all'University College di Londra, ed è uno dei massimi esperti mondiali di... file, ossia dei comportamenti messi in atto dagli umani quando sono costretti a stare in coda.

    PERCHÉ FAI LA FILA? Nel suo ultimo lavoro Furnham spiega che le file sono governate dalla regola del sei: le persone sono cioè poco propense a fare file con più di sei persone e si spazientiscono, mediamente, dopo 6 minuti di attesa.

    Lo stesso accademico conferma comunque che la propensione all’attesa dipende da ciò che ci aspetta alla fine della coda: se la ricompensa è riuscire a conquistare il biglietto per un concerto della nostra rockstar preferita saremo probabilmente più stimolati ad investire il nostro tempo senza troppe insofferenze.

    LA FILA NO... Secondo Furnham la sempre più scarsa sopportazione per le file è una conseguenza della nostra vita frenetica, super organizzata e scandita da tempi precisi. La tecnologia ci ha infatti reso indipendenti in molti ambiti: la coda in banca o quella in negozio per arrivare alla cassa sono ormai quasi solo un ricordo.

    Per questo motivo siamo sempre meno disposti a metterci in fila e aspettare il nostro turno. Anche quando non ne possiamo fare a meno.

    LE REGOLE DELLA CODA PERFETTA. Furnham dà comunque cinque consigli pratici per una corretta ed efficiente gestione delle file.

    1: meglio la serpentina. Anche in presenza di più casse o più sportelli è preferibile accodarsi in un’unica fila: appena una postazione si libera, sarà occupata dal primo in coda. Rispetto al sistema tradizionale (una fila per sportello) si evita lo stress di vedersi superare dalla coda a fianco e così si garantisce alle persone di essere servite nell’esatto ordine in cui sono arrivate.

    2: distraetevi. Il consiglio di trovare qualcosa da fare per trascorrere il tempo durante l’attesa sembra banale, ma per alcune realtà è parte integrante del business e dell’offerta ai clienti. Nei grandi parchi di divertimento, per esempio, le persone devono sorbirsi code di 30 minuti o più per un giro in giostra che ne dura meno di 10. Ecco perché queste aziende si sono specializzate nel trasformare l’attesa in parte integrante dell’esperienza, con animazioni e altre attività dedicate all’intrattenimento del pubblico.

    3: guarda indietro. Secondo gli studi, il numero di persone in fila dietro di noi influisce sulla percezione di velocità della fila più di quanto influisca il numero di persone che ci predece. Sembra paradossale, ma se dietro di noi c’è un gran quantità di persone in attesa, il nostro cervello ci inganna pensando “ok, siamo oltre metà fila, il peggio è passato, mi conviene aspettare”.
    ...

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    Last Post by marcel53 il 18 April 2017
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