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Replying to Morto Muhammad Alì, la leggenda oltre il pugilato. Da Cassius Clay , la storia di un mito

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  1. Posted 4/6/2016, 23:09

    Muhammad Alì, nato Classius Clay, leggenda del pugilato, è morto. L'ex campione del mondo dei pesi massimi e oro olimpico alle Olimpiadi di Roma '60 è deceduto nella notte tra il 3 e il 4 giugno all'età di 74 anni in un ospedale di Phoenix, in Arizona, dove era stato ricoverato giovedì 2 giugno per "precauzione". Le sue condizioni non erano state giudicate gravi, ma data l'età e il morbo di Parkinson, di cui 'Il più grande' era malato da trent'anni, i medici avevano scelto la strada della prudenza. Sara' l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton a pronunciare l'elogio funebre durante il tributo pubblico in memoria di Muhammed Alì fissato per il prossimo venerdi' a Louisville, in Kentucky. Il corpo di Muhammed Ali arrivera' a Louisville nelle prossime 24-48 ore e nella citta' natale si terranno giovedi' le esequie in forma strettamente privata con la partecipazione dei familiari. Mentre venedi' sara' il giorno del tributo pubblico che prevede anche una processione funebre nella citta'.

    Alì è morto dopo uno shock settico, "in seguito a non specificate cause naturali". Lo ha detto il portavoce della famiglia del campione scomparso, sottolineando che l'ex pugile ha passato le ultime ore di vita circondato dai familiari.

    Il mondo lo piange e, tra gli altri, il presidente Obama lo ha omaggiato con queste parole: "ha scosso il mondo. E per questo il mondo adesso è migliore. Siamo tutti migliori".

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    L'ex Cassius Clay, che aveva lasciato la boxe nel 1981, era stato in ospedale diverse volte negli ultimi anni. L'ultima nel gennaio 2015, per una grave infezione alle vie urinarie, sebbene in un primo momento gli fosse stata diagnosticata una polmonite.




    Pochissime da anni le sue apparizioni pubbliche, e nelle più recenti era apparso sempre più sofferente e fragile. Anche l'ultima volta, lo scorso 9 aprile, quando aveva voluto partecipare alla 'Celebrity Fight Night' a Phoenix, un evento annuale che è anche occasione per una raccolta fondi a favore della ricerca contro il Parkinson. Era tuttavia in evidenti difficoltà fisiche, sorretto per tutto il tempo e con il viso nascosto dietro un paio di occhiali scuri. Prima di allora aveva preso parte ad un tributo a lui dedicato nella sua città natale, Louisville in Kentucky.

    Il morbo di Parkinson di cui soffriva fu palese al mondo per il tremore delle mani mentre accendeva la torcia olimpica nel 1996, ai Giochi di Atlanta. Eppure Muhammad Ali era rimasto attivo a lungo come figura pubblica. Nonostante la sofferenza soltanto negli ultimi anni si era del tutto ritirato a vita privata. Alcuni esperti sostengono che la malattia possa essere stata causata dai colpi presi sul ring nel corso della carriera.



    La sua traccia resta indelebile, non solo in quanto sportivo e campione, ma anche come una delle personalità più rilevanti e influenti del ventesimo secolo, forse una tra le figure oggi più riconoscibili in tutto il mondo.

    Nato Cassius Marcellus Clay Jr., cambiò il suo nome in Muhammed Ali nel 1964, dopo essersi convertito all'Islam.
    Divenne un simbolo per il movimento di liberazione dei neri negli Stati Uniti durante gli anni '60, anche per aver sfidato il governo americano, opponendosi all'arruolamento nell'esercito per motivi religiosi. E' stato sposato quattro volte e ha avuto nove figli.

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    "Lo conobbi grazie al suo allenatore, Angelo Dundee, che ci fece diventare amici. Lui mi considerava un'energia positiva, un po' portafortuna e un po' cantore". Gianni Minà racconta all'Ansa del suo rapporto col "più grande". "La prima intervista non andò granché bene, era diffidente, ma poi mi conobbe e così spesso ero l'unico ad avere accesso a lui, come quando entrai per primo con la troupe Rai nello spogliatoio dopo il match di Kinshasa contro Foreman".

    "Dio si è venuto a prendere il suo campione. Lunga vita al più grande". Così Mike Tyson su Twitter. Tyson ha anche postato una sua foto di qualche anno fa con il campione. "Se ne è andata la parte 'più grande' di me", scrive sempre su Twitter lo storico avversario George Foreman. "Io, Frazier e Ali eravamo una persona sola, una parte di me se ne è andata", ha scritto Foreman. "Adoro questa foto di mio padre e mia figlia Sidney da piccola! Grazie per tutto il tuo amore e tutte le tue attenzioni. Sento il tuo amore e lo apprezzo". Così Laila, figlia maggiore di Muhammad Ali ed ex campionessa di pugilato, su Twitter poche ore prima che il padre morisse.

    "Muhammad Ali ha scosso il mondo. E per questo il mondo adesso è migliore. Siamo tutti migliori": così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama esprimendo, insieme con la first lady Michelle, le sue più profonde condoglianze per la morte di Muhammad Ali. Era "il più grande", ha detto, "punto e basta".

    "Muhammad Ali era mio amico, il mio idolo, il mio eroe". Anche Pelè si unisce all'omaggio per il campione scomparso: ricordi personali per il mito del calcio, che sulla pagina ufficiale di Facebook, posta anche una foto in bianco e nero che lo ritrae mentre abbraccia Ali. "Il mondo dello sport subisce una grande perdita - scrive -. Abbiamo passato molti momenti insieme e tenuto contatti in tutti questi anni. La tristezza è enorme. Ora il desiderio è che riposi vicino a Dio: amore e forza alla sua famiglia".

    "Siamo atleti e continueremo a imparare da te, Mohamed Ali. In futuro, e per tanto tempo. Che tu possa riposare in pace". E' l'omaggio in lingua inglese, sul proprio profilo Facebook, di Mohamed Salah, attaccante della Roma, al grande campione.

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